Queste le pagelle della serata finale dell’Eurovision Song Contest 2023, una valutazione e un giudizio per tutti gli artisti in gara. La vincente per noi è solo sufficiente. La migliore è la cantante lituana, splendidi i Let 3. Stucchevole la verbosa conduzione RAI
Si conclude l’edizione dell’Eurovision Song Contest 2023, indipendentemente da quello che è stato il giudizio del pubblico ecco quella che è la valutazione artistica, canzone ed interpretazione ma anche proposta visual, di ogni singola canzone in gara tra tutti i ventisei finalisti. In rigorosissimo ordine di apparizione. In fondo non mancano i voti a Gabriele Corsi, pessimo, e Mara Maionchi. Dopo questa edizione Eurovision 2023 in Inghiterra a causa della impossibilità di organizzare l’evento in Ucraina, il prossimo anno l’appuntamento sarà in Svezia.
Teyla & Salena – Who the Hell is Edgar
Semplici semplici. Cassa in quattro, fanno ballare con una citazione dedicata ad Edgar Allan Poe con un ritornello tanto banale quanto ruffiano… Poe-Poe-Po-Po-Po… Che ci vuole? In realtà il melting tra le due voci è molto sofisticato e per nulla semplice. Techno-Pop. Anzi Techno-Poe. Voto 7
Mimicat – Ai Coraçao
Porta coraggiosamente un brano che vuole essere un omaggio classico alla musica tradizionale portoghese. Con un pizzico di ritmo gitano che riporta alle radici della cantante. Ma è un tentativo molto forzato e che non convince nemmeno un po’. Il balletto, che non è elegante e nemmeno divertente, sfiora il ridicolo. Voto 4.5
Remo Ferrer – Waterugun
Noiosissimo. Ha una bella voce calda ed espressiva ma la canzone ha una dinamica non solo già sentita. Ma trita e ritrita che non ha nulla di originale e nemmeno di bello. Voto 4
Blanka – Solo
Lei è bellissima. La canzone molto, molto meno. È un dub sfruttatissimo che non parte mai che sembra rubato al karaoke di un addio al nubilato. Da cui l’interprete e le ballerine sembrano peraltro appena uscite. Il testo della canzone è interessante, parla di sessualità ed erotismo in modo molto esplicito. Ma il brano convince solo fino a un certo punto. Voto 5.5
Luke Black – Samo mi se Spava
Non sappiamo se il fatto che le parole ci siano del tutto incomprensibili sia un bene o un male. Il ragazzo ha visto Twilight e ha pensato che ci si potesse fare una canzone sopra. L’effetto è bizzarro. Non basta una produzione elettronica a tratti d’effetto, la canzone è terribile. La sua voce non è interpretativa né narrativa. Da chi ha preso l’idea? Da un vecchio gruppo anni ‘90 che si chiamava Babylon Zoo e che anche chi scrive si ricorda a malapena. Difficilmente ci si ricorderà di lui. Voto 4.5
La Zarra – Evidment
Stilosa, magari un po’ tanto ridondante e manierata così come la grandeur francese richiede. Un po’ Lady Gaga ma ricorda anche molto della chanson più classica cui la canzone è un tributo piacevole e ben riuscito, rielaborato con un ritmo molto moderno che non scade mai nell’inutile orpello. Bella voce davvero. Voto 7.5
Andrew Lambrou – Break a Broken Heart
Ha una voce davvero potente e inconsueta questo ragazzo assolutamente sconosciuto che porta una canzone piacevole ma banalotta che tradisce una produzione inglese un po’ arrangiata. Discreto l’inciso, ma cantare tutto in falsetto rende il brano stucchevole. Voto 5.5
Blanca Paloma – Eaea
Anche qui si affonda nelle radici spagnole con una citazione al Flamenco e alla musicalità andalusa. Probabilmente inadatto all’Eurovision ma coraggioso, sicuramente migliore rispetto al tentativo lusitano. Ma fondamentalmente noioso. Voto 5.5
Loreen – Tattoo
Aggressiva, pure troppo nel suo nude look da principessa guerriera. Molto meglio lei e l’ambientazione claustrofobica della scena rispetto alla canzone, teatralmente molto riuscita, rispetto a una dimensione musicale piuttosto banale e non particolarmente convincente. Voto 6.5
Albina and Kelmendi Family – Duje
Non si vuole mancare di rispetto a nessuno. Ma la canzone è davvero brutta. Resa anche peggiore da una interpretazione sconclusionata tra urla spacciate per vocalizzi, cori e una sorta di rap in lingua kossovara. La Famiglia Kelmendi combina i suoi talenti in maniera davvero caotica con una scelta mascherata – anche in questo caso – per tradizione nazionale. Ma perché contaminare il folk con elettronica e vestiti che sembrano usciti da una versione low cost di Guerre Stellari? Anche no. Voto 3
Marco Mengoni – Due Vite
Porta la sua canzone, con il suo stile senza una sbavatura, una indecisione. È perfetto, anche perché la canzone è davvero bella. Il premio della critica (i giornalisti che lo premiano sono tra i più importanti del mondo per esperienza e competenza musicale) è un grandissimo riconoscimento. Lui, emozionato quanto basta, per dimostrarsi ancora più completo nel prendersi la scena senza ostruirla. Nessun effetto speciale. Non ce n’è bisogno. Voto 9
Alika – Bridges
La ragazza è proprio brava. Ha spessore e stile. Una splendida voce che si abbina perfettamente a una canzone molto malinconica e dolce nella quale la sensazione è che la storia possa anche non andare a finire bene. A ogni edizione c’è una sorpresa sconosciuta che merita di essere premiata. In questa edizione è sicuramente lei anche se questa interpretazione classica finisce per suonare ordinaria di fronte a orpelli spesso vuoti e inutili. Voto 8.5
Kaarija – Cha Cha Cha
Tralasciamo costumi e coreografia, francamente grotteschi. La canzone è un sabba catartico che fa cantare tutta l’arena, gente che non capisce una parola di questo brano che parla di sbronze e dieta ad alto tasso alcolico. Ispirata ai Prodigy la canzone convince decisamente di più per come cresce fino al ritornello, che invece è un po’ troppo scolastico e infantile. E quasi costringe Kaarija a cantare, cosa che non lo vede per nulla a suo agio. Voto 6.5
Vesna – My Syster’s Crown
Vengono presentate in modo molto maldestro come la risposta di Praga alle Spice Girls. Sbagliato. Intanto perché le ragazze sono davvero molto brave e non sono un prodotto pop. Hanno tutte studiato e suonano uno o più strumenti. Fanno un uso della voce molto spregiudicato e intelligente. La canzone è ‘tosta’. Parla di violenza sulle donne e ha un messaggio fortissimo ed estremamente responsabile. Non solo belle bamboline da arredamento. Voto 7.5
Voyager – Promise
Tremendi. Davvero ingiustificabili. Vogliono fare i rockettari all’Eurovision e sprofondano nel ridicolo con una serie di citazioni che non hanno né capo né coda. Il brano fa il verso a Muse ma sembra copiato da una cover band dei Thirty Seconds To Mars che usano lo stesso identico schema compositivo. Canzone terribile. Un minestrone nel quale infilano qualsiasi cosa, dal growl al piano classico, alle tastiere campionate con una keytar che fanno finta di suonare in un assolo che sembra da air-band competition e che è la cosa più ridicola della serata. A volte basterebbe anche solo una idea decente. Scimmiottarne dieci è terrificante. Voto 3
Gustaphe – Because of You
Ha una bella voce e uno stile che scuramente non passa inosservato. Propone un brano vagamente house che sembra uscito da una compilation anni ’90. Anche se la sensazione è qualcosa di sentito e certamente non originale, il tentativo è riuscito ed equilibrato. Un ottimo brano confezionato con moltissima cura. Voto 7
Brunette – Future Love
Non si sente davvero la necessità di questa canzone che non è superiore alla media di un brutto talent show. Mediocre la canzone, lei – splendida – vorrebbe essere Rihanna. Non lo è. Pessimo l’attacco RnB, ma è molto peggio il refrain tra rap e balletto sexy da sabato sera del debuttante. Voto 3.5
Pasha Parfeni – Soarele Si Luna
La canzone è terribilmente ripetitiva. Altro tentativo di portare tradizione locale in salsa elettronica. Con tanto di elfo che suona il flauto di Pan. Sempre senza mancare di rispetto… la canzone è davvero brutta. La sua interpretazione visual un po’ Signore degli Anelli e un po’ sabba celtico, strappa un sorriso, ma è cringe. Voto 4
Tvorchi – Heart of Steel
Il paese che ha vinto torna sul palco dell’Eurofestival con un brano prodotto da una coppia di artisti di Termopil che hanno realizzato la canzone in Inghilterra con un gusto estremamente europeo. Brano decisamente ben fatto: belli i suoni, bella la voce, testo forte che ovviamente si riferisce alla resistenza ucraina “porta dell’Europa”. Suoni volutamente scarni ed essenziali. Non è semplice realizzare un brano che abbia stile e personalità senza sovrastrutture. Questo ci riesce. Voto 7.5
Alessandra Mele – Queen of Kings
Lei, ligure con madre norvegese, studentessa dell’accademia musicale di Lillehammer, ha una voce splendida. Che fa dimenticare una dinamica molto sfruttata che punta sulla ballata rinascimentale dei grandi canti epici. King and Queens. Cose già sentite. Ma anche se il brano non è straordinario, lei è davvero potente, accurata e versatile. Merita altro genere di canzoni, meno banali e più da interpretare. Voto 6.5
Lord of the Lost – Blood and Glitter
Vogliono disperatamente ricordarci che la Germania è la patria dei Rammstein. Si conciano come se fossero usciti da Hunger Games e urlano come ossessi una canzone di una bruttezza inaudita. In compenso a ogni inquadratura producono smorfie degne di una colonscopia. Non rendendosi conto che la canzone è davvero impresentabile. La loro strategia visual è un incubo, persino peggio persino della loro canzone. Voto 2
Monika Linkyte – Stay
Anche se alcuni acuti finiscono per suonare esagerati, questa bella ragazza lituana canta una buona canzone ben confezionata e impreziosita da un coro soul con i fiocchi. Niente orpelli, vestiti orrendi e discutibili strategie visual. Una buona canzone, ben cantata che si appoggia su un rassicurante mantra che ricorda i canti tibetani. Sullo sfondo l’immagine di un mandala che implora pace e riflessione. La cosa migliore in assoluto. Voto 9.5
Noa Kirel – Unicorn
I giovanissimi sono impazziti per questa cantante che è diventata virale subito dopo le prove generale. Anche per merito della scenografia molto elaborata che trasferisce l’arena di Liverpool in discoteca. La canzone non è niente di speciale, con l’aggravante di un testo che sembra quello di un cartone animato per bambini. Ma di quelli brutti. Basta non farci troppo caso. Si lascia ascoltare senza volerla a tutti i costi imparare e comprendere. Magari dimenticandola al più presto. Voto 6
Joker Out – Carpe Diem
Brano dozzinale, copiato e incollato dal brit-pop degli ultimi anni, con un leggero sapore di Killers e Strokes. Ma cantato in sloveno. Loro se la credono molto. Devono avere visto tutti i video di Damiano e dei Maneskin perché fanno le loro stesse identiche cose. Compresa la leccata alla telecamera. Ma lo fanno peggio e con qualche anno di ritorno. Voto 4.5
Let 3 – Mama SC
Ok… sembra la versione croata della ‘macchina del capo che ha un buco nella gomma’. Ma la canzone è una citazione straordinaria a Frankie Goes to Hollywood e alla produzione anni ’80 della ZTT di Trevor Horn. Uso disinvolto del computer in modo creativo e dirompente. Testo spassoso che prende per il sedere Putin (gli danno dello psicopatico) e Lukashenko (il cagnolino che fa la pipì nel giardino del capo). Massacrano la guerra e i dittatori con un messaggio sarcastico e durissimo. Che ricorda una grande lezione: sarà una risata a seppellirvi. I Let 3 hanno trent’anni di storia punk alle spalle. C’erano dubbi? Intelligenti, se li si vuole capire. Altrimenti pensate che sia solo una copia della macchina del capo. Voto 8.5
Mae Muller – I Wrote a Song
Il Regno Unito non ha mai vinto. Non ne sente l’urgenza e nemmeno il bisogno. L’Eurovision per loro è una competizione per dilettanti. E se non ha vinto Sam Fender lo scorso anno, Mae Muller con una canzoncina carina ma non straordinaria, si limita a fare una dignitosa bella figura. Tutto qui. Voto 6
Insopportabile. Non si capisce che cosa porti la sua petulanza a uno spettacolo kitsch e terribilmente sopravvalutato nel quale alcune canzoni sono talmente brutte che se non le rendono speciali con balletti, scenografie ed effetti speciali la gente dormirebbe dopo un quarto d’ora. Parla tanto, vuole essere simpatico, informato, addirttura empatico. Tutto è straordinario, incredibile, emozionantte, da brividi. Vuole essere empatico a tutti i costi. Vale la pena tranquillizzarlo perché perché non riesce in nessuna delle imprese che si impone in modo davvero troppo ambizioso. Anche se sente sempre il disperato bisogno di dire la cosa giusta. E noi quello di mettere il mute. I dozzinali quiz che presenta, pessimi pure quelli, non autorizzano la RAI, con tutti i conduttori che ci sono e che conoscono musica, paesi e tradizioni, a obbligarci a sentire questo imbonitore di emozioni. Il voto va condiviso con gli autori. Altro che ringraziamenti… I contenuti: questi sconosciuti. Voto 3
Non ne ha voglia, non le piace, non sente il bisogno di giocare il suo ruolo. Che è quello di una donna che capisce davvero di musica e il cui giudizio ha un peso. Corsi la tratta come una sorta di macchietta, dimenticando che la signora Maionchi non è quella che recita in La banda dei Babbi Natale e nemmeno quella che fa pubblicità ai furgoni della Opel. Non riceve una sola domanda intelligente. Non può far bella figura. E tanto, conoscendola, sappiamo già che direbbe…. “ma a me non fregava un cazzo di fare bella figura”. Voto 5.5
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