In occasione dell’Eurovision i Frankie Goes to Hollywood si ripresentano al grande pubblico per la prima volta dopo lo scioglimento del 1987
Sono stati una stella cometa più che una meteora. Una scheggia impazzita che ha contribuito a cambiare definitivamente il pop e a traghettarlo verso gli anni ’90.
I Frankie Goes to Hollywood, il lato scorretto del pop
Scorretti, sleali, espliciti, sessualmente sconvolgenti al di là di qualsiasi standard dell’epoca, i Frankie Goes to Hollywood sono stati uno straordinario manifesto musicale degli anni ’80. Due soli album, grandiosi.
Il doppio Welcome to the Pleasuredome e il secondo, Liverpool, il canto del cigno di una band che si sarebbe sciolta senza mai più ricostituirsi. E proprio a Liverpool, al St. George Plateau, la band è tornata per la prima volta su un palco 36 anni dopo il loro scioglimento.
Concluso il tour del 1987, alle prese con molte polemiche e discussioni interne, il cantante Holly Johnson se ne andò per conto proprio. Per non tornare più. Una breve carriera solista la sua, e una difficile convivenza con l’AIDS per il quale è in cura da anni.
Una reunion brevissima
Il loro ritorno in scena era attesissimo. Gli organizzatori dell’Eurovision l’avevano presentata come una esibizione storica. Ci si aspettava sicuramente qualcosa in più da un gruppo che si è concesso di fronte a 30mila persone, con code, resse, svenimenti e malori, per suonare una sola canzone. Splendida… dirompente: ma una sola canzone.
La band è salita sul palco e ha eseguito la title track del primo album, Welcome to the Pleasuredome. Poi hanno salutato e se ne sono andati. In perfetto stile Frankies… Scorretti e sleali.
Nonostante tre numeri uno nel Regno Unito, Relax, Two Tribes e The Power of Love, tre tra le canzoni più vendute di sempre in Inghilterra, la band ha scelto di negarsi.
In scena come 36 anni fa
Capelli bianchi, un abito bianco e guanti neri, la voce del frontman Holly Johnson è ancora inconfondibile. La band, che negli anni ’80 era stata criticatissima per una esibizione live che poi si è scoperto essere in playback, ha suonato come un orologio senza una sola incertezza. Come non si fossero mai lasciati.
Il tutto in un clima né nostalgico né freddo, lontanissimo dalle liti che li portarono allo scioglimento del 1987.
Pronti per altri spettacoli
La band si è ricostituita a sorpresa solo sei settimane fa, accettando l’invito degli organizzatori. Holly Johnson, che fino a oggi aveva sempre rifiutato ogni reunion, contrariamente a tutte le previsioni, ha accettato immediatamente. E si è rimesso insieme a Brian “Nasher” Nash, Mark O’Toole, Peter “Ped” Gill e al suo vecchio amico, il corista e ballerino Paul Rutherford. I cinque sembrano essersi divertiti un mondo.
Pubblico entusiasta. Ma anche molto deluso della brevità del loro show.
Tuttavia sono immediatamente fioccate le richieste per riportarli su un palco. E già si parla di un tour per la band che rappresenta in assoluto una delle reunion più attese da oltre quarant’anni a questa parte.