Proprio come previsto ci sono problemi a Liverpool sotto l’aspetto organizzativo e della sicurezza per il pubblico previsto all’Eurovision
Già da tempo si temevano alcuni problemi piuttosto seri per la settimana dell’Eurovision in programma a Liverpool, scelta come sede alternativa vista l’impossibilità per l’Ucraina di ospitare la manifestazione in quanto paese detentore del trofeo.
Eurovision, problemi con la gran folla
La finale si terrà sabato, e c’è grandissima attesa per l’esibizione di Marco Mengoni che torna dopo dieci anni a difendere i colori italiani con Due Vite, la canzone che ha trionfato a Sanremo. Ma fin da domenica scorsa, con la prima semifinale che non coinvolgeva l’Italia e gli altri paesi fondatori, ammessi direttamente alla serata finale, ci sono stati parecchi problemi.
Le difficoltà dipendono dalla conformazione stessa dell’impianto, la grande M&S Bank Arena che ha una struttura splendida modernissima ma con vie di accesso strette e non sempre facili da organizzare. C’erano stati molti problemi in passato per gli show di Elton John e in occasione di diversi altri eventi.
Malori in piazza
Domenica stessa scena. Code lunghissime fin dalla prima mattina, qualche svenimento, diversi malori e alcune persone che hanno preferito andarsene per evitare le conseguenze di una possibile ressa. Ma i problemi più grandi sono stati al St. George’s Plateau dove si teneva il concerto gratuito con nomi importantissimi. Il ritorno in scena dopo trent’anni dei Frankie Goes to Hollywood e poi ancora Lightning Seeds e Atomic Kitten.
Tante spinte, molta confusione. E alla fine a rimetterci sono stati i fan più giovani, sballottati da una parte e dall’altra. Molte polemiche sull’organizzazione che evidentemente non aveva tenuto conto del gran numero di persone che sarebbero accorse a St. George. Molti hanno denunciato il clima di scarsa informazione e considerazione da parte degli steward.