Una storia drammatica quella del popolarissimo rapper R. Kelly, passato da una estrema popolarità alla detenzione di massima sicurezza per una brutta storia di sfruttamento
La vita di R. Kelly è clamorosamente cambiata dopo la condanna a 30 anni di reclusione per una brutta storia di sfruttamento sessuale di un bambino, rapimento, racket e altre accuse minori.
La giuria nel processo federale che si è tenuto due anni fa a Brooklyn lo ha giudicato colpevole di tutti i capi d’accusa. Da allora il rapper è chiuso in carcere federale.
R. Kelly, processo e condanna
Oggi però i suoi avvocati affermano che almeno quattro dei giurati avessero dei pregiudizi contro di lui. Secondo Jennifer Bonjean chi ha giudicato R. Kelly era stato influenzato dalla docuserie Surviving R. Kelly andata in onda proprio nei giorni del processo. E per questo sarebbero giunti alla loro decisione con pregiudizi che li avrebbero dovuti vedere esclusi dalla giuria.
Il collegio di avvocati del rapper ha anche sostenuto che alcune accuse e prove esposte contro Kelly non potevano essere presentate al processo e per questo chiedono un riesame.
Gli avvocati chiedono un riesame
Sarà molto difficile che Kelly ottenga una revisione del processo. Il rapper, il cui vero nome è Robert Sylvester Kelly, era al centro di una grande indagini con molte accuse pesanti. Racket, traffico di donne per lo svolgimento di attività sessuali illegali, coercizione e sfruttamento della prostituzione di un minore erano solo le più gravi. La giuria lo condannò dopo nove ore di camera di consiglio. Cadute in prescrizione invece le accuse sul matrimonio del cantante con Aaliyah, cantante e attrice che poi divenne famosissima, che all’epoca della loro relazione aveva solo 15 anni, anche se il loro documento di nozze riportava che ne avesse 18… Kelly invece ne aveva 27.
Il matrimonio fu poi annullato dai genitori della cantante, scomparsa tragicamente nel 2001 in un incidente aereo.