Tutto il mondo della musica e della cultura si è stretto intorno a Roberto Vecchioni per la scomparsa di Arrigo, il suo terzo figlio
La morte di Arrigo, il figlio 36enne di Roberto Vecchioni, ha suscitato commozione e cordoglio nel mondo della musica e della cultura italiano.
In particolare a Milano, dove Vecchioni vive e lavora da sempre non solo come artista ma anche come docente avendo legato quasi tutta la sua vita all’insegnamento.
La notizia della scomparsa del figlio, da tempo gravemente malato, è stata comunicata sui social da Vecchioni e dalla famiglia della sua seconda moglie Daria Colombo con un breve messaggio nel quale chiedono silenzio.
Vecchioni ha sempre parlato in modo meraviglioso di giovani e di figli attraverso le sue canzoni e i suoi romanzi, meno conosciuti ma non meno belli rispetto alle sue opere musicali.
A 79 anni, ormai da tempo in pensione dalla sua carriera di docente, Vecchioni ha affrontato negli ultimi anni molte esperienze di libera docenza in particolare nelle università.
Per trent’anni aveva insegnato al liceo classico, italiano, latino e greco. Tra i suoi allievi anche Paola e Chiara Iezzi che lo hanno sempre ricordato con grande affetto chiamandolo ‘prof’ anche dopo che avevano raggiunto il grande successo.
All’attivo 27 album in studio dal 1971 al 2018 (l’ultimo è stato L’Infinito). Sono almeno venti le sue opere letterarie, alcune delle quali splendide: Scacco a Dio (2009), La vita che si ama, storie di Felicità (2016), Lezioni di volo e di atterraggio (2020), Le parole non portano le cicogne (2000) e il primo, Il Grande Sogno (1983).
In moltissime canzoni Vecchioni parla del suo rapporto con i figli, “indispensabili, volte drammaticamente necessari” aveva detto in una sua intervista di non molto tempo fa. Quattro: una dalla prima moglie, Francesca, e tre dalla seconda, Carolina ed Edoardo oltre ad Arrigo. È nonno di quattro nipotine. Al pensiero dei figli Vecchioni ha dedicato canzoni meravigliose, tra le quali il suo brano più bello, Sogna ragazzo sogna, che spesso chiude i suoi concerti nei bis.
Nel 2016 aveva pubblicato un intero album dal titolo Canzoni per i figli. Tra queste Canzone da lontano, una deliziosa ninna nanna scritta per Francesca poi Un lungo addio dedicata invece a Carolina. A Edoardo, aveva dedicato invece Le rose blu.
Grande appassionato di narrativa per ragazzi Vecchioni si è misurato con le nuove generazioni anche recentemente. Lo si ricorda in numerose lezioni alle classi di Amici, il talent show di Maria De Filippi. Tra i suoi dischi c’è un bizzarro Barbapapà, ispirato dalle programmazioni che guardavano i figli ancora piccoli in TV (era il 1975).
Altra canzone deliziosa, che chiudeva l’album Bei Tempi del 1985 era Fratel Coniglietto, splendida fiaba musicale nella quale si racconta l’amicizia tra un coniglio che sfidava le tartarughe in gare di velocità. Ma tra i tanti argomenti affrontati da Vecchioni non poteva mancare la morte, che il cantautore tratta in Blumun, nel 1983: “A luci spente, dolore niente..” recitava un testo malinconico e dolcissimo.
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