Scompare a 75 anni Jah Shaka, un autentico monumento nel mondo del dub e del reggae, protagonista della scena dei club inglesi per oltre cinquant’anni
Assistere a una performance di Jah Shaka era un po’ come andare a un concerto. Era in grado di intrattenere il pubblico con la sua musica anche per quattro, cinque ore. Senza ripetere un disco, arrangiando decenni di musica con il suo stile inconfondibile.
Jah Shaka è stato uno dei primi DJ alternativi della vivacissima nightlife londinese. A lui decine di DJ e produttori non solo inglesi ma di ogni parte del mondo stanno pagando tributo proprio in queste ore. Aveva 75 anni.
Di origine jamaicana, Jah Shaka aveva vissuto a Londra gli anni difficili, scegliendo di lavorare nella zona sud-est, una delle più problematiche della città. Anni di divisione e di razzismo cui lui aveva risposto con la politica dell’accoglienza e della tolleranza. E con la sua immensa passione musicale.
Aveva cominciato con le feste in casa e di piazza. Poi da autodidatta ha suonato un po’ di tutto. Divenne un buon tastierista e un eccellente bassista. All’inizio degli anni ’70 con l’esplosione dei club decise di investire tutto nella gestione di un locale splendido, il Roots, che mentre la città si divideva tra filoni punk e mod avrebbe accolto migliaia di giovani a ballare musica assolutamente alternativa. Con lui è nata la Swingin’ London.
Con l’avvento della musica elettronica ha sperimentato il dub rendendolo un vero e proprio genere musicale che grazie al suo contributo esplose.
Ha continuato a lavorare per anni in questa direzione, anche quando il suo genere passò di moda mantenendo una grandissima coerenza. Anche negli ultimi anni era estremamente attivo. Ha collaborato con DJ di enorme fama da Fatboy Slim a Ed Rowland dei Chemical Brothers. Era uno dei piloni più amati dello splendido carnevale di Notting Hill. E ha sempre suonato la sua musica attraversando house, dub, drum and bass, reggaer e ska. Contribuendo alla creazione di qualsiasi genere musicale da ballo: house compresa.
Nel corso di questo fine settimana saranno molti i locali londinesi che pagheranno il giusto tributo a un personaggio straordinario e perfettamente rappresentato dallo splendido film Babylon che raccontò la sopravvivenza di musica e locali alternativi in piena era Thatcher.
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