Lo show This is not a drill di Roger Waters apre una stagione straordinaria per i concerti in Italia
Un gigantesco palco centrale, sistemato in una croce simmetrica che ospita il pubblico su ogni lato. Sulla testa dei musicisti otto maxischermi led, uno per ogni lato della croce che incombono con immagini, moniti, frasi. Alcune delle quali estremamente dure e dirette.
Un impianto audio mostruoso che riduce considerevolmente con la sua potenza tutte le difficoltà di acustica di un’arena grande e problematica come il Forum di Assago. Il concerto di Roger Waters è una delle esperienze più straordinarie che si possano vivere sotto l’aspetto di un concerto dal vivo.
Ma ci sono alcune condizioni. Se amate i Pink Floyd ma non sopportate la posizione politica di Roger potete anche andare a farvi fottere al bar… avverte una voce prima dello show. Che invita anche a spegnere i cellulari.
Ma quello cui la gente assiste è qualcosa di così straordinario e unico che se registra un video di pochi secondi o qualche foto la cosa si può capire. E perdonare. Roger Waters, 80 anni a settembre, è un genio, un fuoriclasse. E come tutti i fuoriclasse è imprevedibile. Stravolge Comfortably Numb che nella sua nuova versione elettronica senza il leggendario assolo di David Gilmour, irrompe in scena offrendo al pubblico fin da subito Another brick in the Wall, si concede una lunga parentesi dedicata ai suoi album solisti che sono straordinariamente buoni, e attuali.
Ogni canzone ha un senso e una logica nel Waters-pensiero. Figlio di un fuciliere caduto durante la II Guerra Mondial ad Anzio, sepolto a Cassino. Waters non ricorda nulla di suo padre, un insegnante cristiano con simpatie di sinistra. Ci si stupisce che sia un antimilitarista?
Tutto quello che ha scritto nella sua vita è un appassionato manifesto contro guerra, oppressione, totalitarismi, disequilibri economici. Waters senza troppo girarci intorno invita il pubblico a una rivoluzione e ad armare – se non altro – la propria coscienza.
C’è chi ascolta, chi sente, chi diffida, chi preferisce concentrarsi solo sulla sua musica. Che è comunque straordinaria. E in un panorama di assoluta pochezza è evidente che se le idee continuano ad arrivare da attempati signori di quasi 80 anni vuol dire che la genialità non è merce che si vende all’ingrosso.
The Bar, uno dei suoi ultimi brani, è un delizioso invito alla ribellione: bevendo da una bottiglia di bianco italiano invita la gente ad andare al bar, a discutere, anche animatamente. Ma a incontrarsi, parlare, confrontarsi.
Si schiera apertamente contro gli Stati Uniti citando uno dopo l’altro Reagan, Clinton, Bush, persino Obama come criminali di guerra. Cita i dati di profughi, bombe e vittime civili. E quando arriva il turno di Biden i suoi schermi dicono… diamogli tempo, ha appena cominciato.
Ogni canzone è una riflessione cruda e severa. L’unico rischio è quello di parlarsi un po’ addosso. Quanto alla musica… beh…
La parentesi dedicata alla sua amicizia con Syd Barrett, il fondatore dei Pink Floyd impazzito e morto in solitudine pochi anni fa dopo anni di malattia mentale e fisica, è commovente. É triste perdere qualcuno che ami in questa maniera. Ma anche io stavo per perdermi… dice attraverso i suoi schermi.
Su Wish you were here e Shine on your crazy diamond scatta qualche lacrima. Inevitabilmente. Sheep con una inquietante pecora che galleggia sulla testa della gente è inquietante almeno quanto Run like hell, quando la pecora è sostituita da un maiale con scritte pubblicitarie eloquenti: Fuck the poor.
La seconda parte è dedicata alla lunga, appassionata e fedelissima esecuzione del lato B di The dark side of the Moon. Il concerto si chiude con una seconda esecuzione di The Bar e con Outside the Wall. La gente se ne va, consapevole che forse non vedrà più niente di così straordinario. E con il desiderio disperato che magari, anche solo per una volta, David Gilmour, Waters e Nick Mason – anche lui a breve in tour in Italia con una data a Pompei – si parlino. E consentano al loro affettuoso esercito di applaudirli almeno ancora una volta.
Roger Waters replica 31 marzo e 1 aprile al Forum di Assago prima di tre date alla Unipol Arena di Casalecchio di Reno (Bologna) il 21, 28 e 29 aprile.
Questa la scaletta dello show italiano di apertura di This is not a Drill
Comfortably Numb – (Pink Floyd)
The Happiest Days of Our Lives – (Pink Floyd)
Another Brick in the Wall, Part 2 – (Pink Floyd)
Another Brick in the Wall, Part 3 – (Pink Floyd)
The Powers That Be
The Bravery of Being Out of Range
Amused to Death
The Bar
Have a Cigar – (Pink Floyd)
Shine On You Crazy Diamond (Parts VI-VII, V) – (Pink Floyd)
Wish You Were Here – (Pink Floyd)
Sheep – (Pink Floyd)
Seconda parte
In the Flesh – (Pink Floyd)
Run Like Hell – (Pink Floyd)
Déjà Vu
Déjà Vu (Reprise)
Is This the Life We Really Want?
Money – (Pink Floyd)
Us and Them – (Pink Floyd)
Any Colour You Like – (Pink Floyd)
Brain Damage – (Pink Floyd)
Eclipse – (Pink Floyd)
Two Suns in the Sunset – (Pink Floyd)
The Bar (Reprise)
Outside the Wall – (Pink Floyd)
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