Velvet Mag ha contattato Chiara Civello per parlare di Eclipse, album che arriva a tre anni di distanza dall’ultimo disco Canzoni e dopo il fortunato tour che l’ha portata ad esibirsi in Italia e all’estero. Questa la tracklist dell’album: Come vanno le cose, Eclisse twist, Cuore in tasca, Qualcuno come te, Sambarilove, Parole parole, Amore amore amore, La giusta distanza, Um dia, New York City Boy, To Be Wild, Quello che conta.
Come nasce Eclipse e quali differenze per quanto riguarda testi e musiche ci sono da Canzoni?
Canzoni è un disco di canzoni non scritte da me, Eclipse è per lo più un disco di inediti salvo qualche brano. I testi di “canzoni” sono quelli delle grandi canzoni italiane, queste sono canzoni nuove legate alla mia vita, gli incontri gli addii, le cose che cerchiamo, quelle che perdiamo, i vuoti le paure le allegrie e gli incontri.
Un disco registrato tra Rio, New York, Bari e Parigi: quali influenze troviamo nei brani da queste città così diverse?
Ognuna di queste citta assolve per me ad una funzione ben precisa e differente. NY a parte essere la mia casa per anni è libertà, autenticità e sperimentazione, Rio collaborazioni leggerezza e risate, Bari è dove io registro le voci e mi sento a casa tra il lungo mare e lo studio di Tommy e Parigi rappresenta la novità che in ogni disco io cerco e dove ho prodotto l’ultimo album insieme a Marc Collin dei Nouvelle Vague
Tante le collaborazioni all’interno del disco, ma c’è qualcuno con cui ancora non hai collaborato e vorresti farlo?
Certamente e la lista è lunga ma così su due piedi mi viene in mente Paolo Conte, Ruichi Sakamoto, Ennio Morricone
“Non ho rimpianti, ma vivo anche in funzione del passato, perché il passato è la nostra storia”, hai dichiarato nel 2014 sempre a Velvet. Qual è l’avvenimento del passato che ti ha segnato maggiormente per la tua crescita musicale?
Del mio passato? Sicuramente scrivere con Burt Bacharach, un’esperienza indimenticabile e molto importante per la vita di una giovane autrice alle prime armi come ero io all’epoca.
Magari un incontro o un ascolto in particolare?
L’incontro con James Taylor mentre registrava il suo disco October Road, per cui mi chiese di fare delle voci. Ricordo che io stavo scrivendo le canzoni per il mio primo disco ed ero un po’ in crisi e lui mi consolava dicendomi che anche lui “suda pallottole” quando scrive i testi (sorride, ndr). Ascolti particolari ne faccio sempre tutti i giorni cerco qualcosa, spunti, idee e magie.
In passato hai partecipato anche al Festival di Sanremo: riproveresti questa esperienza in futuro?
Con la canzone giusta e la scimmia giusta perchè no, ma non è un mio pensiero al momento.
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