Velvet Mag ha intervistato Enrico Giaretta, cantautore e pilota Alitalia noto come il Cantaviatore, in occasione dell’uscita del progetto discografico Scalatori di orizzonti. Il disco contiene anche Black Rhino, la prima canzone per bambini scritta da Paolo Conte e donata in esclusiva al progetto solidale Amici Cucciolotti per sensibilizzare i bambini ad amare gli animali.
Come nasce il progetto Scalatori di orizzonti?
Scalatori di orizzonti nasce perché sia io che Dario Pizzardi editore che lo ha prodotto, siamo due scalatori di orizzonti. Lui, un uomo grande, un “uomo camion” come direbbe Paolo Conte, per citare una sua canzone che amo. Una grande uomo Pizzardi, ma come me un bambino, con la responsabilità di un adulto ma sempre a spasso per lavoro con un elastico da fionda che gli sbuca dalla tasca. (Cit. “Staccando l’ombra da terra”). Amici Cucciolotti la sua collezione di album e figurine che salvano gli animali, ha fatto da contenitore alla nostra grande purezza. Ne è nato un disco fantastico, per grandi e piccoli, per i cucciolotti d’uomo da zero a cento anni.
Quanto Paolo Conte ha influenzato la tua crescita musicale?
Paolo Conte ha influenzato il mio modo di essere uomo ed il mio modo di essere artista, ammesso che io lo sia. Nella musica viaggiamo su due strade di campagna, separate, ma parallele. A volte ci ritroviamo in qualche sosta di piacere.
Come nasce la collaborazione con il progetto solidale Amici cucciolotti?
La collaborazione nasce da una grande amicizia. L’editore ha scelto me per questo grande progetto, perché ci stimiamo a vicenda. Devo dire che ha fatto un’ottima scelta. L’ho realizzato con le note più belle che avevo, senza risparmiarmi un attimo. Tutto. Non so se è molto, ma gli ho dato tutto. Sin dall’inizio ci siamo fomentati l’un l’altro e siamo andati fino in fondo senza freni. È stato fantastico.
A proposito di canzoni per bambini, com’è il tuo rapporto con loro dal punto di vista musicale? Cosa bisognerebbe insegnare ai bambini per far apprezzare davvero la musica?
Il mio rapporto con loro è fantastico. Mi sorprendo a volte perché riescono ad apprezzare alcuni miei brani, apparentemente ermetici, articolati, tante parole, forse troppo. Loro, i bambini, non leggono la metafora del testo ma semplicemente quello che c’è scritto. Un po’ come vedere un “Boa che ha inghiottito un elefante e non un cappello” (cit. Il piccolo principe). Per fargli apprezzare la musica bisognerebbe semplicemente fargliela ascoltare, la musica. Tutta, di tutti i tipi. Portarli a teatro, tenere qualche strumento in casa. Se hanno della musica dentro, come una calamita si attaccano, ed allora sarà per sempre.
Paolo Conte ti ha definito suo allievo… E tu, chi definiresti tuo allievo? Chi ti piace delle nuove leve?
Paolo credo si sia pentito della sua definizione dopo qualche minuto, ma ormai lo avevo detto a tutti (sorride, ndr). Io invece purtroppo non credo assolutamente di poter essere maestro di nessuno. Ho ancora molti anni da fare come allievo. A parte tutto, credo che tra i giovani, cercando con attenzione si possano scovare grandi talenti. Credo che stiamo per attraversare un periodo musicale fortunato da questo punto di vista. Sono positivo verso i giovani, ma io in realtà sono sempre positivo. Anche se vivo in una costante malinconia latente. Quella fa parte dell’Enrico artista. Ammesso che lo sia.
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