Michele Monina contro Rocco Hunt: botta e risposta shock

Il critico de Il Fatto Quotidiano Michele Monina ha ‘stroncato’ l’esibizione di Rocco Hunt al Concertone del Primo Maggio in piazza San Giovanni a Roma, scatenando la protesta dei fan del rapper e dello stesso artista, che ha replicato con alcune dichiarazioni shock su Facebook…

Il Concerto del Primo Maggio in piazza San Giovanni a Roma è stato consegnato agli archivi, ma l’argomento è ancora ‘caldo’. L’articolo del critico de ‘Il Fatto Quotidiano’ Michele Monina, infatti, ha scatenato un duro botta e risposta con il rapper Rocco Hunt. Monina aveva scritto: “(…) Perché, diciamocelo, come fai a non stringere il laccio emostatico sul braccio e spararti in vena eroina se ascolti Rocco Hunt, vestito come fosse nato nel Bronx, che fa la cover di Tu vuò fa’ l’americano di Carosone? (…)”.

La frase della ‘penna’ de Il Fatto Quotidiano ha scatenato l’immediata polemica dei fan del rapper, intervenuto poi in prima persona tra i commenti all’articolo pubblicato su Facebook per rispondere all’autore. Di seguito, riportiamo integralmente (censurando le parolacce) la replica shock di Rocco Hunt: “Ma ti rendi conto? Un giornalista del Fatto QuotiDAINO che scrive ‘ste mer**te? Offendi i miei Fan di 11 anni (come dici tu) con cose volgari come La tua faccia! Non hai preso abbastanza schiaffi nella tua vita! Non sei ai livelli di Castaldo, di Vacalebre e di tutti gli altri grandi. Sei un parassita della discografia! Scroccone! Non sei un artista, non conti niente! Se non offendi non esisti! Di gente che veramente sa fare il proprio mestiere di giornalista tu non ne sei nemmeno l’ombra. Tu sei una me**a! Un viscidone, che si fa pagare i pranzi e le cene dagli artisti e dalle case discografiche per avere buone recensioni! Dalle mie parti è camorra questa! Critichi la gente dei talent, la gente del pop che potrebbe avere l’eta di un tuo figlio! Sei una vergogna umana… fai violenza psicologica ai ragazzi con le tue recensioni di me**a! Il calippo ce lo su**hi tu a noi viscidone! Hai criticato per anni gente che adesso ti sta facendo mangiare! (smile, n.d.r.) Non ne capisci un ca**o di musica, sei alla preistoria! Fallito venditore di fumetti dei Simpson che sei! Sei un venduto del ca**o! E fatti ‘sta barba, ‘sti soldi te li porti nella tomba?!? La mia musica potrà essere anche una me**a, ma tu non hai diritto di giudicare ed offendere lo*a! Hai sbagliato artista! Hai sbagliato FanBase! Io vengo dal niente, dalla me**a, a 22 anni ho lavorato già più di te che ne hai 80 (smile, n.d.r.) sul tuo giornale ci pi**io! Vatti a prendere die spicci per mettere la tua faccia di ca**o nei programmi che critichi! Incoerente! La colpa è di chi ti chiama! Ho già pronta tanta me**a per la gente come voi…”.

Michele Monina, successivamente, ha pubblicato un nuovo post: “Se dici a qualcuno che si fa pagare per parlare bene del suo lavoro e non ne hai prova, temo, stai diffamando. Se dici a qualcuno che è una me**a, un viscidone, uno scroccone, un parassita, una vergogna umana, temo, stai diffamando. Se gli dici che non ha preso abbastanza schiaffi, temo, stai suggerendo a qualcuno di dartene, si chiama istigazione a delinquere. Se lo associ alla Camorra, temo, stai diffamando. Se dici che uno è sta facendo violenza psicologica a qualcuno, temo, stai diffamando. Se scateni uno shi* storming contro qualcuno, temo, stai commettendo un errore di comunicazione, ma questa è la sola parte del mio discorso opinabile. Il resto no, purtroppo, son tutte affermazioni diffamatorie, temo”.

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