Abbiamo contattato in esclusiva Maurizio Carucci, frontman della band genovese Ex-Otago che il 7 aprile ha pubblicato StraMarassi (Marassi Deluxe Edition), ri-edizione aggiornata e arricchita con collaborazioni e remix del loro album Marassi uscito nell’ottobre 2016. Il loro ultimo singolo si intitola Ci vuole molto coraggio e vede la partecipazione di Caparezza. Gli Ex-Otago saranno sul palco del Concertone del Primo Maggio.
Eugenio Finardi, Caparezza, Levante, Mecna, Claudio Coccoluto; sono solo alcune delle collaborazioni ‘eccellenti’ presenti in StraMarassi (Marassi Deluxe Edition), riedizione aggiornata dell’ultimo album della band Ex-Otago intitolato Marassi (uscito nell’ottobre 2016). Del loro nuovo disco pubblicato il 7 aprile e dell’imminente partecipazione al Concertone del Primo Maggio di Roma, ne abbiamo parlato in esclusiva con Maurizio Carucci, frontman della band genovese.
Marassi è il vostro album della consacrazione. Come state vivendo questo passaggio da indie a mainstream, in un’epoca musicale in cui le due categorie stanno diventando sempre più fluide?
“Siamo molto felici, l’album sta andando molto bene. Stiamo vivendo questo momento con estrema naturalezza, continuando a fare quello che abbiamo sempre fatto. Semplicemente, ora lo facciamo davanti a molta più gente. Questo successo, se vogliamo chiamarlo così, non ci ha colti impreparati, il nostro passato ci ha dato la sicurezza e la serenità di viverci questo presente in maniera molto distesa”.
Come è nata la collaborazione con Jake La Furia in Gli occhi della luna e, poi, l’idea di proporre una nuova versione dell’album riaggiornata con così tante collaborazioni e remix?
“Jake, un giorno, ci ha contattato dicendo che Marassi gli era piaciuto molto e che avrebbe voluto fare qualcosa assieme a noi. Ci ha mandato via nota vocale su WhatsApp delle bozze sulla canzone Gli occhi della luna, che ci hanno subito convinto. Grazie al successo riscontrato, abbiamo avuto il là per fare quello che abbiamo fatto con Jake anche con altri artisti. L’album Stramarassi è un disco che ci riempie di grande orgoglio”.
Una delle collaborazioni più importanti del disco è quella con Eugenio Finardi in I Giovani d’oggi. Parlaci un po’ di questa canzone e del nuovo senso che ha acquisito con l’aggiunta dell’intervento di Finardi…
“Abbiamo apprezzato la collaborazione con Finardi perché lui è una persona estremamente onesta, oltre che imprevedibile. Il suo intervento d’impatto sulla canzone I Giovani d’oggi si è sposato molto bene col tema, seppur per lui non fosse così facile come tematica. Ma ha spaccato!”.
Alcune collaborazioni, come ad esempio quelle con gli artisti rap Caparezza, Willie Peyote e Mecna, hanno dato vesti molto diverse alle vostre canzoni originali. Quale collaborazione vi ha dato più gusto e con quale criterio sono state scelte?
“Tutte le collaborazioni ci hanno soddisfatto molto. Forse perché in questo momento stiamo ascoltando molto rap, penso ad esempio a Mecna, che ha rivisitato completamente la canzone mettendoci molto del suo e andando oltre all’idea del semplice featuring. Le collaborazioni sono state scelte in base a un criterio di gusto. Tutti gli artisti sono artisti che noi stimiamo e che abbiamo fortemente voluto. La scelta è stata puramente emozionale, senza alcuna strategia commerciale dietro. Semplicemente, abbiamo chiamato artisti che ci piacciono”.
C’è una collaborazione non presente nel disco, che vorreste fare in futuro?
“Chissà, in questo momento non saprei dire un nome preciso. Quel che è certo, però, è che ci piacerebbe collaborare ancora con altri artisti in futuro”.
Nella canzone Ci vuole molto coraggio, cantate “Ci vuole molto coraggio per guardare Sanremo fino in fondo”. Che ne pensate di Sanremo? Avete mai preso in considerazione l’idea di parteciparvi?
“A Sanremo, come quasi in ogni altro posto d’altronde, andremmo volentieri, a patto però di poter dire le nostre cose e fare il nostro spettacolo. Sanremo è una manifestazione che purtroppo puzza un po’ di vecchio ed è un po’ scollegata con la realtà, ma non per questo non vogliamo andarci. Anzi, magari con un po’ di presunzione e arroganza si può pensare che una nostra eventuale partecipazione potrebbe contribuire a cambiare il Festival. Soprattutto l’ultima edizione ci ha annoiato parecchio, ma questo non vuol dire che non ci andremmo. Anzi!”.
E invece che idea avete dei talent?
“Per collegarci all’argomento precedente, Sanremo ed i talent show si parlano fin troppo. Noi non possiamo che avere un’idea abbastanza negativa dei talent. Riteniamo che non siano il percorso migliore che un’artista possa fare. Anzi, ci sono evoluzioni artistiche che danno molta più soddisfazione. Ci sono mille artisti che dimostrano che altri percorsi sono possibili e, per fortuna, la gente ora se n’è accorta. Partendo dalla strada, dal basso, si corre anche il ‘rischio’ di diventare degli artisti più durevoli nel tempo. Un talent, invece, ti spara sul monte e tu magari non ci sai stare perché, semplicemente, non hai un c…o da dire. Noi, come tanti altri artisti, questa piccola montagna ce la siamo guadagnata col sudore e ora facciamo di tutto per restarci”.
Come vi state preparando al Concertone del Primo Maggio? Ci sarà un duetto con Levante su Quando sono con te?
“Non sappiamo ancora quante canzoni potremo cantare, se 2, 3 o 4. Cercheremo di fare un riassunto di Marassi, dando molto spazio alle canzoni. Non so se duetteremo con Levante, sarebbe molto carino ma il Primo Maggio ha tempi sempre molto serrati…”.
Oltre al Concertone, quali sono i vostri programmi futuri?
“Dopo il Primo Maggio è previsto un tour estivo gigantesco, che ha spaventato anche noi per dimensioni. A luglio, ad esempio, avremo solo 3-4 giorni liberi! Per il resto, non sappiamo ancora molto. Ogni giorno ne succede una, tante cose belle. Ora come ora, quindi, cerchiamo di goderci a pieno il presente”.
Photo credits: Ufficio Stampa / Carlotta Coppo
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