Velvet Mag ha contattato Bruno Santori per parlare di Jazz&Remo il Festival, progetto nato dalla volontà di accorciare le distanze tra jazz e pop: un disco che vuole essere un omaggio alla grande tradizione musicale sanremese, rielaborando in chiave jazz i più grandi successi della kermesse. Ecco cosa ha detto…
Come nasce l’idea di Jazz&Remo il Festival?
Inizialmente ho voluto fare un tributo al Festival in occasione dei quarant’anni dalla mia prima partecipazione alla famosa kermesse, che mi vedeva a quel tempo in qualità di tastierista dei Daniel Sentacruz Ensemble, suonare il brano “Linda bella Linda”, nell’anno 1976. Ma poi successivamente ho pensato davvero di poter dare un contributo alla musica italiana, vestendo così, questi e altri brani, in jazz. Prima dell’uscita del disco, come “Bruno Santori quartet -jazz&Remo il Festival” abbiamo fatto alcuni concerti, ospitando artisti come: Michele Zarrillo, Fausto Leali e Roby Facchinetti, jazzando insieme a loro i brani più famosi di ognuno di questi immensi artisti e proponendo anche quelli della storia del Festival che ora si possono ascoltare nel disco. Il progetto a quel punto non è più stato solo quello di realizzare un disco, ma di coinvolgere invece anche i grandi artisti pop del panorama nazionale, e non solo, per farli divertire, spostando così armonie e accenti, oltre che ritmiche, di quei brani che la gente conosce in altre vesti e sonorità.
Com’è avvenuta la scelta della tracklist?
I brani con i quali sono partito sono almeno una quarantina, ma poi la scelta si è composta da sé, nel senso che gli undici che fanno parte del disco sono quelli che in fine ci sono sembrati i migliori da mettere in chiave jazz.
Negli arrangiamenti dell’album il jazz strizza l’occhio al pop o è il contrario?
Più che altro ho tenuto sempre alto il valore della canzone originale, ovvero mi sono profondamente impegnato affinché questa non perdesse l’aspetto popolare e di popolarità che ognuno di questi grandi brani porta in sé.
Quant’è importante attualmente il Festival di Sanremo per la musica italiana?
Il Festival innegabilmente è parte integrante del sistema musicale italiano e almeno il 50 per cento della proposta musicale attuale. Detto questo va anche considerato come la più grossa produzione televisiva italiana in tale senso, per cui di totale e assoluta rilevanza.
Cosa manca nella discografica italiana? Nel disco collabora anche Giulia Pugliese che in passato ha fatto The Voice: quindi pro o contro i talent show?
Non so esattamente cosa manchi nella discografia italiana ma i talent non rovinano e non aiutano nessuno, la nostra epoca esprime concetti di globalizzazione e come tali questi producono eventi dove la libertà non viene contemplata. Se poi arriviamo a pensare che la musica sia libertà, allora possiamo facilmente capire cosa sono i talent e i pericoli che rappresentano.
L’album verrà presentato in Turchia e a Malta: e in Italia?
Il tour inizierà in autunno e mi porterà in giro per il mondo. Attualmente l’Italia non è ancora stata considerata, ma presto ci occuperemo anche di questo aspetto importante , considerando che siamo italiani e che la produzione è di stampo tipicamente nazional-popolare anche se vestita con un tocco ,se me lo consentite, di eleganza e cultura.
Photo Credits Ufficio Stampa
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