Il 29 marzo del 2013, esattamente quattro anni, l’Italia perdeva uno dei suoi artisti più istrionici che abbia mai avuto: Enzo Jannacci. Cantautore, cabarettista, pianista e autore, Jannacci è ricordato in particolar modo per alcuni grandi classici della musica italiana come Vengo anch’io. No tu no, Ho visto un re, Mexico e nuvole, Ci vuole orecchio, Giovanni telegrafista e per le sue collaborazioni artistiche con Giorgio Gaber ed il duo Cochi e Renato. Il figlio Paolo, nel corso di una recente intervista a ‘Vanity Fair’, ha dichiarato: “Da adolescente mi sono scontrato con mio padre su tutto, non sono un genio come lui, facevo fatica a stargli dietro”.
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