Michele Bravi: “Dire che sono un cantante dei talent è riduttivo”

Michele Bravi, reduce dal quarto posto al Festival di Sanremo 2017 con “Il diario degli errori”, ha tracciato un bilancio della sua carriera: “Dire di me che sono un cantante dei talent è un po’ riduttivo. La mia vera vita ormai è sul web. Ormai il talent, anche a Sanremo, è sdoganato. La discografia punta a progetti provenienti dai talent. Il Festival è stato per me un’esperienza bellissima, è andata più che bene”. E sui suoi progetti futuri…

Al Festival di Sanremo 2017 ha conquistato un importante quarto posto con la sua canzone Il diario degli errori, applaudita da pubblico e critica; Michele Bravi, vincitore della settima edizione di X Factor e ‘rinato’ artisticamente grazie al web, ha tracciato un bilancio della sua carriera a ‘Il Velino’: “Dire di me che sono un cantante dei talent è un po’ riduttivo. La mia vera vita, ormai, è sul web. Ormai il talent, anche a Sanremo, è sdoganato. La discografia punta a progetti provenienti dai talent”.

Sulla sua recente partecipazione al Festival di Sanremo 2017, Michele Bravi ha dichiarato: “Sono dell’idea che le cose belle vanno dosate tanto, per me questa è stata un’esperienza bellissima. È andata più che bene. È stata una cosa strapositiva per me, per la possibilità che il Festival poteva rappresentare per il mio progetto musicale. Non bisogna mai chiedere troppo. In questo momento io ho già abbastanza. Magari in futuro se avrò voglia di tornare a raccontarmi davanti a così tante persone potrei bissare. Per adesso porto a casa un enorme ricordo”.

Il cantante ha poi parlato della sua canzone Il diario degli errori e dell’album Anime di carta: “Ho capito che l’errore più grande è quello di avere paura e la paura la puoi declinare in tanti modi: paura di lanciarti in nuove cose, paura di raccontarti, ma ho capito che è una migliore amica con la quale ho imparato a convivere. Il concetto di “Anime di Carta” era un po’ una metafora. Mi piaceva descrivere la relazione a due un po’ come un incontro di due anime, che diventano di carta nel momento in cui tu devi prendere la forma dell’altra persona con tutti i rischi che ne conseguono, come accartocciarti e strapparti. Ma anche l’idea, che se illumino un foglio di carta, riesco a leggere attraverso, che è poi il senso di quello che rappresenta il vivere la vita in due”.

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