Abbiamo contattato telefonicamente Lorenzo Pasquini, bassista-chitarrista e vocalist dei Jarvis, band nata nel maggio 2015 e premiata come Best New Generation Artist nel giugno 2016, salita alla ribalta delle cronache musicali anche per il ‘no’ a X Factor.
Lorenzo Pasquini (bassista-chitarrista e vocalist), Simone Vaccaro (batterista) e Mattia Frassinetti (chitarrista) sono gli attuali componenti dei Jarvis, band brit-rock italiana nata nel maggio 2015 che, in breve tempo, ha raccolto numerosi riconoscimenti (tra cui il Best Italian Talent di FSM, l’MTV Best Month Artist nel febbraio 2016 e l’MTV Best New Generation Artist nel giugno 2016). Lo scorso giugno, i Jarvis hanno partecipato ad X Factor 10 ma, pur essendo tra i prescelti di Alvaro Soler per far parte della categoria ‘Gruppi’, hanno deciso di chiamarsi fuori. Il 30 dicembre 2016, l’ormai ex frontman dei Jarvis Francesco Bertoli ha annunciato il divorzio dalla band, ora alla ricerca di un nuovo frontman. Di questo e tanto altro abbiamo parlato con Lorenzo Pasquini.
Ripercorrendo la breve ma ricca storia dei Jarvis, balzano agli occhi i prestigiosi traguardi raggiunti in breve tempo, ma anche i tanti cambiamenti di line-up vissuti dalla band. Tu stesso, peraltro, sei subentrato solo in un secondo momento (febbraio 2016). Come descriveresti questi primi (quasi) due anni di Jarvis?
“Moltissime band, all’inizio, fanno fatica a trovare le persone giuste per comporre la line-up, lo trovo un percorso abbastanza normale. Il progetto Jarvis è nato dalla volontà di un gruppo di amici di suonare insieme. Nel giro di poco tempo, abbiamo raggiunto fortunatamente obiettivi che non ci aspettavamo e, di conseguenza, ora la risonanza è maggiore. Dipende anche dagli obiettivi di ciascuno: quando gli impegni e la mole di lavoro aumentano, ci sta che qualcuno possa rendersi conto che questa cosa non fa per lui”.
Ritieni che il vostro primo EP pubblicato a novembre 2015, “We are Jarvis”, rappresenti quello che è ora la band?
“Assolutamente, noi siamo sempre quella band lì. Siamo ragazzi spensierati e ci piace fare musica, come mood e stile non siamo cambiati. Di sicuro, quei brani lì sono nati con maggiore spontaneità, ora che ci conosciamo meglio la storia è un po’ diversa. Per fare un esempio pratico, ora il nostro mood è più vicino al brit-rock di Paper Money rispetto a una Badapap the Parrot, ma non rinneghiamo nulla e, anzi, manteniamo una continuità di genere”.
Fino ad oggi, avete sempre cantato in inglese. In questi giorni, nel mondo della musica italiana tiene banco il discorso ‘Sanremo’. Come vi ponete davanti alla prospettiva di cantare in italiano e, magari, di approdare un giorno sul palco dell’Ariston?
“Secondo me è sempre sbagliato ragionare per estremi. Non siamo una band che dice ‘no’ ad una cosa a prescindere. Fino ad ora abbiamo sempre cantato in inglese e non abbiamo in programma di cambiare strada. Il genere che proponiamo nasce in Inghilterra, si abbina bene a quel sound e facciamo fatica ad immaginarcelo con un’altra sonorità linguistica. Inoltre, non nascondiamo di avere l’ambizione di provare a fare qualcosa all’estero in un futuro più o meno lontano. Ciò detto, non denigriamo assolutamente la musica italiana e non escludiamo che in futuro si creiino i presupposti per cantare nella nostra lingua. Per quanto riguarda Sanremo, ovviamente il discorso è subordinato alla scelta linguistica. Per adesso, non abbiamo mai pensato a questa ipotesi. Nel caso in cui dovesse capitare, per noi sarebbe una sfida intrigante soprattutto per la possibilità di lavorare con l’orchestra”.
Da Sanremo ad X Factor. Voi avete raggiunto una grande popolarità in seguito alla decisione di rinunciare alla partecipazione alla decima edizione dello show di Sky. Col senno di poi, prendereste la stessa decisione? Escludereste in futuro di prendere parte a X Factor o ad un altro talent show?
“Il nostro ‘no’ a X Factor è stato letto come un ‘No, i talent fanno schifo!’. Invece, non è andata così. Se l’avessimo pensata in quel modo, non avremmo neanche preso parte alle selezioni. Noi ci siamo trovati a dover prendere una decisione importante e abbiamo scelto di intraprendere un altro tipo di strada. Non nego che, tra le motivazioni del nostro ‘no’ ad X Factor, c’era anche il sentore nell’aria che qualcosa ancora non andasse e la consapevolezza di non aver ancora raggiunto la piena quadratura del progetto. Col senno di poi, quindi, siamo super contenti di aver partecipato e di aver poi detto ‘no’. Abbiamo il cuore super in pace e siamo contenti che abbiano vinto i Soul System, che abbiamo conosciuto e sono musicisti che meritano il successo che stanno ottenendo. Per quanto riguarda il futuro, sinceramente non ci abbiamo pensato. Abbiamo partecipato ad X Factor un po’ per gioco e un po’ per sfida, ora non abbiamo messo in programma la possibilità di ripartecipare a quello o ad un altro talent. Non c’è, però, una chiusura totale”.
Alcune settimane fa, il frontman Francesco Bertoli ha lasciato la band. Cosa puoi dirci di questa vicenda?
“Tra di noi non c’è stato alcun litigio. Detesto le polemiche. Ad un certo punto, questa band per noi è diventata un lavoro a livello di impegno e prospettive e, nel momento in cui il tuo lavoro coinvolge altre persone, devi necessariamente tener conto delle conseguenze che le tue azioni hanno sulla vita professionale di queste altre persone. Noi pensiamo ci siano modi giusti e sbagliati di agire e ci siamo trovati ad avere a che fare con modi non molto rispettosi nei confronti del nostro lavoro. Detto questo, non c’è alcuna polemica. In Italia siamo abituati o a fare i para*uli e dire che tutto va bene oppure a creare grandi polemiche sul nulla. Noi, invece, manteniamo fede al motto ‘Se una cosa non ti piace, non ne parli’. Non vogliamo fare cattiva pubblicità a nessuno”.
Alla luce dell’addio del vostro ex frontman, avete creato il gioco delle ‘Auditions’ per simulare la ricerca del suo sostituto. C’era un riferimento ‘velato’ ad X Factor?
“No, non abbiamo pensato a questa cosa per scimmiottare i talent. Abbiamo scelto un nome accattivante, consapevoli che “Auditions” era già utilizzato ad X Factor, ma non voleva esserci alcun richiamo o frecciatina. Siamo ragazzi molto scherzosi, eravamo in fase di brainstorming e abbiamo pensato potesse essere un’idea divertente. In realtà, al di là dei video ironici sulle ‘Auditions’, la ricerca del nuovo frontman procede in modalità top secret. Stiamo ascoltando tutto il materiale che ci è stato inviato”.
Nei giorni scorsi, è spuntata un’indiscrezione secondo cui il nuovo frontman dei Jarvis sarà il concorrente di X Factor 9 Luca Valenti…
“Ho sentito anch’io questa indiscrezione, non sappiamo sinceramente da dove sia nata. Luca è incredibile a cantare, ma lui ha la sua carriera. Sarebbe anche bello se la cosa dovesse succedere, ma la voce non è fondata. Potrebbe essere però un simpatico spunto!” (ride, n.d.r.)
Per quanto riguarda il prossimo album c’è già una data orientativa d’uscita?
“Assolutamente no, non c’è una data prevista anche se speriamo che entro la fine dell’anno possa uscire qualcosa firmato Jarvis. Di materiale ce n’è, ma aspettiamo il nuovo frontman. Quando ti succedono certi inconvenienti, sei costretto a tirare il freno a mano. Tutto, ora, dipenderà dalle tempistiche della ricerca. Se non riuscissimo a trovare la persona giusta, potremmo fermarci per un po’. Non vogliamo assolutamente iniziare un nuovo percorso con qualcuno che potrebbe nuovamente staccarsi”.
Giovedì 2 febbraio uscirà al cinema il film “Smetto quando Voglio – Masterclass” e, nella colonna sonora, ci sarà anche la vostra cover di “Joker & The Thief” dei Wolfmother. Come è nata questa collaborazione?
“È stata una cosa assolutamente inaspettata! Appena ci hanno contattato per proporci la cosa, siamo letteralmente impazziti. Per noi è una soddisfazione incredibile, che, personalmente, mai avrei immaginato potesse succedere. Che figata!”.
Photo Credits: Facebook
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