Manuel Agnelli, il frontman degli Afterhours ha ricordato un episodio molto divertente che lo ha visto protagonista, insieme ad una fan, durante un concerto.
Il frontman degli Afterhours, Manuel Agnelli, si è aperto con Paolo Bonolis durante la sua ospitata alla prima puntata del nuovo programma televisivo di Canale 5, “Music”, andata in onda ieri sera, 11 gennaio. Ha raccontato: “Io da piccolino rubavo i dischi a mio padre, ascoltavo musica classica ed ero rimasto colpitissimo, in particolare, da Chopin, da Horowitz che suonava Chopin: la ‘Polacca n° 6′ era il pezzo più power, più potente che mi ricordo. E non avevo trovato niente di simile nel pop, quindi un po’ lo schifavo il pop: a 11 anni mia madre mi porta a comprare il mio primo disco e mi compra ‘Let it be’ dei Beatles. È strano quel disco perché è l’unico disco ‘scuro’ dei Beatles, è malinconico, mentre gli altri sono tutti frizzanti. Quindi il mio primo disco è stato un disco triste: ed è per questo che si spiegano tante cose, no?”.
Non solo Agnelli ha raccontato anche un episodio molto divertente che lo ha visto al centro della scena con una fan durante un concerto: “Stavamo cominciando a funzionare molto bene, i club cominciavano a riempirsi e noi cominciavamo a crederci. Per cui io andavo sul palco a torso nudo, con i pantaloni di pelle e a un certo punto facevo stage diving, era una forma catartica: prendevi parte al concerto insieme al pubblico. C’era una pezzo che alla fine aveva il ritornello faceva: Razionalità, razionalità, razionalità“.
Poi ha continuato: “Io mi buttavo in mezzo al pubblico, il pubblico mi portava in giro per tutto il locale mentre io urlavo ‘Razionalità’: un giorno mi sono buttato facendo questa cosa, mi hanno portato in giro per tutto il locale e cercavano di strapparmi il microfono. Ad un certo punto arriva una tipa, prende i pantaloni di pelle, strappa il bottone: voleva un altro tipo di oggetto. Ed è riuscita a prendere l’oggetto della vergogna, lo ha afferrato, voleva portarselo a casa. Io non avevo forza, non riuscivo a poggiare i piedi a terra. Non ho vissuto con entusiasmo la cosa, mi faceva male“.
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