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Raige: “Vi spiego il mio modo di vivere la musica” [ESCLUSIVA]

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Velvet Mag ha contattato telefonicamente Raige per parlare dell’uscita del nuovo album, della situazione del rap in Italia e del suo modo di concepire la musica e non solo. Ecco cosa ci ha detto in esclusiva…

Venerdì 9 settembre esce Alex, il nuovo album di inediti di Raige anticipato dal singolo Domani. Con questo progetto l’artista ha scelto di togliersi di dosso la paura di non essere all’altezza delle aspettative, mostrandosi per quello che è davvero, senza canoni, schemi o regole. Dal disco è stato già pubblicato anche Il rumore che fa che vanta la collaborazione di Marco Masini. Cosa ci ha detto lo stesso Raige in occasione della pubblicazione del disco?

Ascoltando i brani si capisce subito che si tratta di un album introspettivo, diverso dai precedenti. Come mai questa decisione?
In realtà è stata una scelta forzata, perché ho deciso volutamente di rischiare e mettermi a nudo. Ci ho messo un anno e mezzo perché non trovavo i produttori giusti. Quelli che potessero capire davvero il progetto. Poi sono arrivati Antonio Filippelli e Cristian Milani. Credo che questo lavoro sia diverso dagli altri che ci sono in giro.

Oltre al rap nell’album ci sono anche sonorità più pop…
Semplicemente sentivo l’esigenza di farlo. Alcuni pensano che il rap sia più tagliente, mentre io credo l’esatto contrario. Anche con melodie cantautorali si possono dire cose forti.

Qual è la situazione del rap in Italia?
È sicuramente un bel periodo. Non sento quel sovraccarico di cui parlano tutti. Ormai da più di cinque anni questo genere sta vivendo un periodo d’oro nel nostro Paese, anche se comunque gli artisti che restano nel tempo sono quelli con più capacità. Ovviamente ci sono dei fenomeni passeggeri, quelli che vanno di moda.

L’album si apre con Tempesta che è una sorta di inno generazionale. Ma quali sono i tuoi sogni?
Vorrei fare una canzone che resti per sempre. Un evergreen.

E qual è allora il tuo evergreen?
C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones. Un titolo lunghissimo (ride, ndr)! È una bomba. Fortissimo. Invece in questo album la canzone che ho nel cuore è Non c’è niente da ridere perché “non c’è niente da ridere, ma noi ridiamo insieme”.

Con chi ti piacerebbe collaborare?
Con nessuno perché ho un po’ di timore a conoscere gli artisti che amo. Magari sono str**zi e invece nel mio immaginario voglio che restino come delle persone dai poteri magici (ride, ndr)! Per esempio non duetteri mai con Adriano Celentano.

Perché pensi sia str**zo?
No, perché penso possa volare (ride, ndr)! Vivo la musica in maniera poco commerciale, nonostante in questo momento sia in una stanza ovale con intorno le foto di Nek, Laura Pausini e Bruno Mars. Voglio fare musica con i miei amici, con chi conosco davvero.

Quindi Marco Masini è un tuo amico?
È un mito. È quello che ha cantato Cenerentola Innamorata, “Avevo un serramanico ma l’ho buttato via in fondo a una discarica venendo a casa tua e lì c’è nato un albero cresciuto come noi sotto i due grandi noccioli che sono gli occhi tuoi (Principessa, ndr)”. Ha sempre fatto pop con un approccio rap. Ha scritto Bella str**za, Vaffanc**o. Quando ero piccolo mio padre mi faceva ascoltare sempre l’album Il cielo della vergine, poi ho avuto la fortuna di conoscerlo da Red Ronnie e dopo lui mi ha chiesto di re-interpretare Bella str**za. Mi è andata proprio di c**o (ride, ndr)! Ricollegandomi al discorso di prima, per questa collaborazione c’è stato prima un contatto, una conoscenza. Non alzerei mai il telefono per chiamare un artista che mi piace tanto, ma che non conosco e chiedergli di cantare insieme.

Com’è stato cantare con lui?
Hai presente I Cavalieri dello Zodiaco? Come quando Crystal incontra Acquarius, il maestro! A parte gli scherzi è stato un incontro generazionale. Lui è un mito degli anni Novanta della musica italiana ed è stato bello ricevere la sua stima artistica. Quando qualcuno che fa questo lavoro da tanti anni ti dice che hai dato vita ad un bel progetto è una grande soddisfazione.

Dopo l’instore tour cosa farai?
Diventerò ricco, poi spenderò tutto e tornerò povero o farò un ritiro spirituale (ride, ndr)! Intanto sto già scrivendo delle cose, poi a novembre/dicembre vorrei fare una decina di date nei club ed ampliare la formazione. Oltre al dj e alla chitarra vorrei anche un pianoforte. Poi ho tante altre cose in ballo, ma è un po’ prematuro parlarne. Al momento preferisco concentrarmi sulla promozione dell’album.

Photo Credits Ufficio Stampa

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