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Moreno: “Ho voluto fortemente Deborah Iurato in questo progetto” [ESCLUSIVA + VIDEO]

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Velvet Mag ha incontrato Moreno in occasione dell’instore tour alla Discoteca Laziale di Roma sabato 3 settembre 2016. L’artista ci ha parlato del terzo album Slogan, dei collegamenti con i lavori precedenti, delle collaborazioni, dei talent show e di quello che farà nei prossimi mesi… (TROVATE LA VIDEO-INTERVISTA IN FONDO ALL’ARTICOLO)

Venerdì 2 settembre è uscito Slogan, il terzo album in studio di Moreno, prodotto da Big Fish e anticipato dal singolo Un giorno di festa. Il disco contiene dodici brani caratterizzati da un linguaggio agile, diretto e trascinante: i testi sono ironici, immediati e hanno una velocità di comunicazione tipica del linguaggio di strada dei giovani d’oggi. Si tratta di un lavoro introspettivo, riflessivo, autocritico e allo stesso tempo festoso e spensierato. Ecco la video-intervista in esclusiva per Velvet Mag realizzata prima dell’incontro con i fan alla Discoteca Laziale di Roma…

 

Slogan è il terzo disco che tu stesso hai definito l’album della maturità. Ma qual è il filo conduttore con i lavori precedenti?
Ho voluto mantenere un filone di titolo d’impatto, quindi Stecca, Incredibile, Slogan. La prima cosa quindi è il titolo che è anche una delle cose difficili da trovare per un album. Mi sono misurato su qualcosa che non avevo mai fatto a livello di ricerca di argomenti, di note, di canzoni. Mi sono fatto aiutare da maestri, cantanti, autori che mi hanno fatto vedere la musica in modo diverso e non solo con il classico stereotipo del rap e della sua struttura metrica. Non ho perso una maturità che poi ho ritrovato, semplicemente l’ho acquisita in questi anni prendendo un po’ le misure su quello che è il mercato discografico, su come si imposta un prodotto. Sono molto felice di essere arrivato a questo punto perché non era scritto da nessuna parte che Universal mi desse ancora la possibilità di fare un ulteriore cd con loro. Sono contento di incontrare i fan e portare l’album in giro e live. Penso che tutti gli artisti, nel periodo di scrittura, non vedano l’ora che arrivi questo momento.

Nell’Intro dell’album dici sono Moreno del freestyle, Moreno di Amici, Moreno di Universal, Moreno di Sanremo… Ma come ti definiresti davvero?
Tutte queste cose (sorride, ndr). A volte penso a tutte le cose che non ho fatto e che vorrei fare. Tutte queste cose le ho fatte e sono tasselli che mi sono serviti. Non sono un ragazzo che ha molti rimpianti, perché penso che tutto serva per ottenere un risultato, sia le cose negative, sia quelle positive. Negli ultimi quattro anni ho fatto più cose belle rispetto a cose che non avrei fatto volentieri.

L’album è prodotto da Big Fish e ci sono collaborazioni del calibro di Zibba, Federica Abbate, Emiliano Pepe. Come sono nate?
Sono delle collaborazioni di retroscena, visto che siamo tutte persone che scrivono i propri testi. Avevo bisogno di vedere il loro approccio nei ritornelli, con le note, le alte, le basse. Cose che un rapper non ha di repertorio. Persone come Zibba, Eva, Emiliano Pepe, Federica Abbate sono secondo me tra le migliori attualmente in circolazione. Nel pezzo Ricorderò troviamo i cori della Abbate dopo aver scritto insieme una parte di ritornello, in Un giorno di festa Emiliano Pepe, in Cinquanta sfumature di canzoni Zibba e in Magici Eva. Ringrazio tutti per il loro lavoro.

L’unico duetto è quello con Deborah Iurato. Vi conoscete da tempo visto che sei stato suo coach ad Amici: come mai avete deciso solo ora di collaborare?
Prima non ci sarebbe stata occasione perché i miei prodotti precedenti risalgono al periodo in cui lei era ancora una concorrente di Amici, quindi non sarebbe stato carino che il coach avesse chiamato solo lei a collaborare. Questa volta c’era la possibilità, ma è stata proprio una scelta mia perché inizialmente si era parlato con la casa discografica di non fare featuring, quindi ho spinto io per averla. Volevo portare Deborah all’interno di un prodotto importante, visto che per me è stata molto importante la sua vittoria ad Amici.

Restando in tema talent show, nonostante la discografia sia cambiata molto negli ultimi anni ci sono ancora molti pregiudizi per i ragazzi che partecipano a questi programmi. Secondo te perché?
Come si suol dire, c’è sempre qualcosa dietro. Se uno non lo prova sulla pelle non può giudicare. Alcune persone non apprezzano ciò che vedono di primo impatto, quindi si fanno un’idea su quello. Poi in generale vige il fatto che non si può piacere a tutti. Secondo me la cosa più coraggiosa da fare nella vita è prendere delle decisioni. Nessuno le prende per te. È facile dire che una cosa non ti piace, ti fa schifo. Allora vuol dire che tutti quelli che hanno vinto un talent e hanno fatto ore, ore e ore di provini per cercare di entrare all’interno di quella che è una scuola, un posto per potersi esibire, sono dei cretini, oppure che vanno lì per cercare di ottenere un risultato, ma una volta usciti perdono il loro potere, la loro bravura. Da un’esperienza del genere, visto che è una scuola, bisogna apprendere tutte le informazioni possibili per poter uscire da lì e misurarsi con il mondo spietato della musica.

In questi giorni sei impegnato con l’instore tour… Dopo cosa ci dobbiamo aspettare?
Intanto suonerò anche all’instore tour, quando le date a livello di geografia lo permettono. La prima sarà nella città di mamma a Palermo il 7 settembre, poi comunque sulle mie pagine Facebook e Instagram verranno aggiunte man mano le date di instore e live, postate direttamente da me. Spero di poter lavorare il più possibile perché voglio portare in giro la mia musica, poi magari a novembre per il mio compleanno mi dedicherò una vacanzina, un piccolo stacco temporaneo, soltanto per riordinare le idee e poter preparare uno spettacolo live degno di Slogan.

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Photo Credits Facebook/Discoteca Laziale

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