Mark David Chapman, il killer di John Lennon, resterà in prigione. Per la nona volta il Tribunale gli ha negato la libertà condizionata. Pare che il suo rilascio sia incompatibile con la sicurezza della società: ora potrà riprovare nel 2018, a quasi quarant’anni dalla condanna…
8 dicembre 1980. Una data che i fan dei Beatles non potranno dimenticare facilmente. John Lennon è stato infatti assassinato di fronte alla sua abitazione da Mark David Chapman con cinque colpi di pistola. L’uomo è stato accusato di omicidio di secondo grado e condannato – dichiarandosi colpevole senza opporre resisteza – alla reclusione da un minimo di vent’anni al massimo dell’ergastolo; nel 2000 però la sua richiesta di scarcerazione è stata rifiutata. Passati ormai quasi trentasei anni da quel brutto giorno Chapman resta in prigione.
Per la nona volta il tribunale di New York gli ha negato la libertà condizionata (la richiesta è stata fatta dal 2000 ad oggi ogni due anni). Il suo rilascio è incompatibile con la società, visto che secondo i giudici Chapman avrebbe commesso un omicidio premeditato con lo scopo di ricercare notorietà. Potrà riprovare per la decima volta nel 2018.
“Attraverso le lenti della malattia, mi sembrò l’unico modo per liberarmi dalla depressione cosmica che mi avvolgeva – ha dichiarato nel 2000 riguardo il suo folle gesto – Ero un nulla totale e il mio unico modo per diventare qualcuno era uccidere l’uomo più famoso del mondo, Lennon (aveva anche considerato di uccidere Johnny Carson o Elizabeth Taylor, ndr). La cosa che mi faceva imbestialire di più era che lui avesse sfondato, mentre io no. Eravamo come due treni che correvano l’uno contro l’altro sullo stesso binario. Il suo ‘tutto’ e il mio ‘nulla’ hanno finito per scontrarsi frontalmente. Nella cieca rabbia e depressione di allora, quella era l’unica via d’uscita. L’unico modo per vedere la luce alla fine del tunnel era ucciderlo“.
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