Pierdavide Carone: “Se avessi la possibilità di ‘plasmare’ delle menti artistiche…” [ESCLUSIVA + VIDEO]

Velvet Mag ha incontrato Pierdavide Carone in occasione dell’uscita del singolo e del videoclip Sole per sempre: il cantautore ci ha parlato dell’album, delle differenze musicali rispetto al passato, del suo rapporto con Alex Britti, con i fan ed anche del suo prossimo tour…

Sole per sempre è il nuovo singolo di Pierdavide Carone che anticipa il disco nuovo di inediti (dopo Una canzone pop del 2010, Distrattamente dello stesso anno e Nanì e altri racconti… del 2012) che arriva a oltre tre anni di distanza dal precedente. Cos’è cambiato in tutto questo tempo? Quali differenze troviamo dal punto di vista musicale ed anche da quello della scrittura? Velvet Mag ha incontrato Carone proprio per parlare dei suoi progetti (TROVATE IL VIDEO IN FONDO ALL’ARTICOLO)

Sicuramente ti avranno detto in tanti che le sonorità di questa canzone sono diverse rispetto al passato. Come mai questa scelta?
Di sicuro ha influenzato sul sound il fatto che a produrlo fosse Alex Britti, infatti l’ambientazione sonora è abbastanza nel suo mondo. Sono sempre stato un artista dalle tematiche uggiose, avevo scritto casualmente e stranamente un pezzo molto solare già dal titolo per cui avevo voglia di sperimentare questa mia nuova chiave di lettura. Ovvio che nell’album ci saranno degli episodi più tradizionali, se così vogliamo chiamarli.

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E appunto vuoi anticiparci qualcosa a riguardo?
A settembre uscirà il secondo singolo, poi l’album completo tra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo. Sono stato tanto tempo fermo ed ora mi sto godendo questo ritorno con molta calma.

Rispetto agli album precedenti quali differenze ci sono e invece quali similitudini?
Le similitudini saranno sicuramente da ritrovare nelle tematiche che saranno o a sfondo sociale o a sfondo sentimentale e a volte queste due cose si mischieranno. Rispetto al passato sarà più presente il tema della famiglia perché ho sempre detto e non detto esorcizzando questo argomento invece ora sarà centrato ed affrontato in modo un po’ più serio. Il segno di discontinuità sarà appunto nel mondo sonoro perché credo che il vecchio Pierdavide abbia trovato il suo apice con Nanì con la produzione di Lucio Dalla. Questo disco rappresenta un punto e a capo con Alex Britti a produrlo che ha un mondo sonoro diverso da quello di Lucio.

Com’è nata la collaborazione con Britti?
Molto casualmente. Un amico comune ci ha fatto scontrare, ha fatto scontrare le nostre chitarre, così a furia di vedersi, a parlare della Roma, della nostra cucina e di musica, ad un certo punto ci siamo resi conto che tra un argomento e l’altro stavamo scrivendo il disco. Ci siamo guardati e abbiamo detto ‘Ok, stiamo giocando ma sta venendo fuori qualcosa di bello per cui perché no?’.

Invece per quanto riguarda i testi del nuovo album qual è stato il tuo approccio alla scrittura?
I testi li ho lavorati allo stesso modo, l’unica differenza sta nel dettaglio. I tre dischi precedenti erano sempre molto istintivi, raramente modificavo quello che scrivevo. Se trovassi oggi il foglio su cui ho scritto Di notte ci sarebbero poche correzioni. Crescendo sono diventato attento al dettaglio, se una frase non è forte come quella precedente o come quella successiva cerco di lavorarci. Musicalmente l’approccio è stato diverso perché prima prendevo una chitarra, suovano e vedevo cosa succedeva ed è un po’ l’incipit di Sole per sempre. Invece ci saranno degli episodi nel nuovo album dove magari sono partito da un plugin di Logic, piuttosto che sedendomi al pianoforte o facendo un giro di basso. L’approccio musicale si è quindi evoluto.

Nel videoclip hai coinvolto anche il tuo fanclub. Come mai questa scelta e soprattutto com’è il rapporto con i tuoi fan?
In realtà per rispondere alla prima domanda devo prima rispondere alla seconda! Il rapporto con il mio pubblico lo definisco “pastorale” perché loro seguono esattamente quello che faccio, quello che sono e si rispecchiano molto nelle mie tematiche anche perché se così non fosse non ci potrebbe essere questo tipo di rapporto così stretto. La cosa meravigliosa è che hanno atteso pazientemente tutti questi anni in cui mi sono concentrato a fondo su cosa fare, perché Nanì è stato un disco così importante che quello successivo volevo che fosse all’altezza e mi sono preso del tempo. Sole per sempre è stata una sorta di regalo fatta al pubblico per ringraziarli di tutto questo tempo di silenzio prolungato in cui mi hanno aspettato e da lì poi la decisione di coinvolgerli per dire ‘Sono tornato, passiamo un po’ di tempo insieme’. Infatti il videoclip è una vera e propria festa e penso che l’atmosfera si possa capire anche guardandolo.

In una recente intervista hai detto che se ti chiedessero di fare il vocal coach ad Amici, accetteresti. Ma che professore saresti?
Sarei sicuramente molto esigente però cercherei di lavorare persona per persona perché il rischio di quando si crea una classe è di non avere il tempo di rendersi conto chi hai di fronte e quindi rischi di snaturare e fare un grosso minestrone. Accentuerei o enfatizzerei la personalità di ognuno e sopratutto incentivarei la creatività e la scrittura. Vedo che oggi ci sono tanti interpreti bravissimi e tanti autori che scrivono per loro, ma poche sintesi, quindi l’autore di se stesso, il cantautore che invece è una tradizione italiana molto forte, molto radicata che si è persa con il tempo. Se avessi la possibilità di plasmare delle menti artistiche partirei dalla scrittura. Lucio stesso ha iniziato a scrivere dischi in proprio molto tardi rispetto a quando era già entrato nella discografia, almeno per quanto riguarda i testi.

Abbiamo visto che hai già fatto date a giugno e ce ne saranno altre e luglio ed agosto. Ma per l’autunno cosa ci dobbiamo aspettare?
Ne sto parlando proprio in questi giorni proprio con Danilo Mancuso di Dm Produzioni e con tutto il suo staff perché il mio desiderio è quello di spostarci dalle piazze e di entrare subito nei locali, piccoli club. Credo che oggi per un artista sia fondamentale andare a bussare alla porta delle persone e il concerto è il modo migliore per proporre musica alla gente. Questo disco sarà scaglionato nel tempo, quindi andando ad inserire di volta in volta i pezzi nei concerti, il disco si creerà anche attraverso il live. Spero ci siano belle sorprese.

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