Velvet Music ha incontrato Stash Fiordispino dei The Kolors in occasione dell’uscita del film Il Regno di Wuba in cui sono contenuti (nella versione italiana) due brani tratti dall’album Out ossia Me Minus You e My Queen. Il leader della band ci ha parlato anche dei progetti futuri…
Dopo il tour sold out dell’estate 2015 i The Kolors tornano sulle scene con due concerti: lunedì 16 maggio 2016 all’Alcatraz di Milano e lunedì 23 maggio all’Atlantico di Roma (i fan potranno vedere i ragazzi anche ai Wind Music Awards a Verona e agli Mtv Awards a Firenze). È passato quasi un anno dalla vittoria di Amici 14 e le soddisfazioni sono state tante: Out (Baraonda/Artist First) è stato il terzo album più venduto nel nostro Paese lo scorso anno e ha raggiunto il quarto disco di platino con oltre 200mila copie vendute. Il 12 maggio, inoltre, arriva al cinema il film Il Regno di Wuba in cui sono contenuti Me Minus You (attualmente in rotazione radiofonica) e My Queen.
Com’è ascoltare la propria canzone in un film?
In un film non mi è mai capitato. La sensazione presumo sia simile a quella che ho provato l’anno scorso quando per la prima volta sono stato in un negozio di scarpe a Milano ed è partita Everytime che in quel periodo girava tantissimo in tutte le radio. È stata una sensazione abbastanza particolare perché lì ti ricordi di tutto il periodo antecedente a quello del talent in cui hai provato a bussare a qualsiasi porta di qualsiasi ufficio discografico e la risposta era sempre ‘Sta roba mi sa che non passerà mai in radio. Con l’inglese in Italia è difficile’. È vero, però era paradossale ritrovarmi in un negozio con la canzone che andava in radio quando sei mesi prima mi dicevano esattamente il contrario. Con questo non sto parlando male della discografia italiana. Anzi, le persone che ho avuto modo di conoscere in questo mondo sono formidabili e fanno il loro lavoro in maniera eccelsa.
Sempre per rimanere in ambito cinematografico, per quale film del passato avresti voluto scrivere la colonna sonora?
Scarface, sicuramente per il periodo di uscita, ma penso che il mio amico Giorgio Moroder mi abbia già anticipato (ride, ndr)!
È passato quasi un anno dalla vittoria di Amici, vi aspettavate tutto questo successo? Out è stato il terzo album più venduto nel 2015…
Ti giuro non mi va di pensare a tutti i numeri che abbiamo fatto perché come persona sono fatto così. Non ce la farei a staccare i piedi da terra e so che se si inizia a pensare a quelle cose poi dopo la gente che ha premiato la tua genuinità se ne accorge. È stato un anno fantastico. Abbiamo realizzato quello che per noi era veramente un sogno. Può sembrare una stupidaggine, anche sentire il proprio pezzo in radio random mentre fai zapping è proprio il sogno che si materializza. Però non ci pensiamo troppo. Rimaniamo concentrati e lavoriamo al 300 per cento.
Invece cosa pensi dei ragazzi che stanno partecipando ad Amici e nello specifico i La Rua che sono l’unica band?
Li ho conosciuti di persona quando sono stato ospite e sono dei ragazzi genuini e magnifici. Non conosco tanto dal punto di vista artistico, ma ciò che ho sentito mi sembra abbastanza valido. Stessa cosa per gli altri cantanti. Penso ci sia Sergio (Sylvestre, ndr) che è qualcosa che ti spiazza. Quando l’ho sentito la prima volta all’inizio del pomeridiano ho subito detto ‘Ok questo qua è uno di quelli che arriverà verso la fine’. Poi sappiamo benissimo che non si può mai prevedere un percorso perché poi dipende dalla convinzione del concorrente nel fare il serale perché lì sei veramente fuori dal mondo. E sta a te concentrarti, pensare solo a quello e arrivare spedito fino alla fine.
Vuoi anticiparci qualcosa riguardo il vostro nuovo album?
Anticipare qualcosa dal punto di vista artistico non riuscirei in questo momento perché sono in una fase di demo, una fase embrionale dell’album. In casa Kolors funziona così. Io tiro fuori sul mio Mac il 90 per cento delle cose che vengono poi materializzate con la band. Sono intuizioni che volutamente faccio senza di loro perché è sempre stato così, anche con Everytime che è il nostro brano più famoso. È partita da una demo con un testo che non aveva senso. Una cosa ritmica con questo ‘uoh oh oh’ che mi piaceva con quella melodia e me la sono tenuta così. Sono in quella fase lì adesso. Dopo ci sarà la pre-produzione perché adesso siamo ancora in pre-pre-produzione. Speriamo di ricevere la conferma da parte di uno dei produttori dei miei sogni Mark Spike Stent che ha già mostrato interesse e sarebbe storicamente la prima volta in cui collabora con un progetto italiano. Ha detto lui stesso ‘È la prima volta che sono ispirato da un progetto italiano, forse perché cantato in inglese’. Ciò non vuol dire che siamo più fighi degli altri, semplicemente cantato in inglese capisce il significato e può già immaginare una direzione rispetto ad artisti che cantano solo in italiano. Quello che prima era il nostro svantaggio sta per diventare il nostro vantaggio. Speriamo bene. Se non dovesse essere lui il produttore a prescindere andrò lì a Los Angeles perché già ho avuto modo di conoscere altri produttori con cui ho lavorato in Ok che è nella ristampa di Out, ed è stato un test lavorare a distanza con un produttore quando invece sei abituato a produrre tutto da solo. Non è stato difficile perché con Ok abbiamo tirato fuori un bel suono.
Sarete in concerto a Milano e a Roma: cosa dobbiamo aspettarci da questi live? Ce ne saranno poi altri?
Saranno gli unici live del 2016 perché devono essere visti come una voglia della band di rivedere quei sorrisi che ci hanno regalato tutte le emozioni inquesto percorso però non è né il vecchio tour, né il nuovo. Sono semplicemente due date estemporanee che devono essere viste in quell’ottica lì.
Photo Credits Ufficio Stampa
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