Velvet Music ha incontrato gli Zero Assoluto in occasione della tappa romana dell’instore tour presso la Discoteca Laziale. Matteo Maffucci e Thomas De Gasperi hanno parlato dell’esperienza al Festival di Sanremo 2016, della collaborazioni del disco, della discografia, dei videoclip e del tour (TROVATE IL VIDEO DELL’INTERVISTA IN FONDO).
Venerdì 18 marzo è uscito Di me e di te, il nuovo album degli Zero Assoluto e per la precisione il sesto lavoro discografico in studio del duo. Una svolta artistica per Matteo Maffucci e Thomas De Gasperi che per la prima volta hanno collaborato con grandi autori come Antonio Filippelli, Fortunato Zampaglione, Piero Romitelli, Zibba, Fabrizio Martorelli, Rory Di Benedetto (solo per citarne alcuni). Di me e di te è anche il singolo portato dai ragazzi al Festival di Sanremo 2016 che sta avendo molto successo in radio.
Parliamo del singolo Di me e di te che a Sanremo non è stato molto fortunato…
Matteo: secondo me è stato fortunatissimo. Tranne nella competizione sanremese.
Thomas: noi non abbiamo mai vissuto la competizione. Dal momento in cui vivi Sanremo, canti tre volte, poi l’ultima volta non canti, hai già goduto tanto di tutto l’evento che ti dispiace, ma fino ad un certo punto.
Matteo: la nostra speranza era quella di andare lì, presentare questa canzone in cui credevamo tantissimo e i risultati ci hanno dato ragione da questo punto di vista. Forse è una canzone poco festivaliera nel suo andamento. Devo dire che le radio ci stanno davvero ripagando. Ringraziamo tutti quelli che ci stanno supportando davvero in maniera straordinaria. È una canzone che piano piano sta entrando nel cuore della gente e ce ne stiamo accorgendo perché ci è già capitato di suonarla dal vivo e te ne accorgi subito quando una canzone arriva in qualche modo. Tocca delle corde che la fanno arrivare nella vita di tutti. Questa cosa ci riempie di orgoglio. Scriviamo le canzoni per questo, tra l’altro.
A proposito di scrittura, ci sono molti autori che hanno lavorato nel disco. Come sono nate queste collaborazioni?
Thomas: molto spontaneamente. Sono tutti autori che conosciamo e stimiamo. Da sempre, essendo in due, siamo sempre stati abituati a collaborare, poi alla fine eravamo molto romani. Un po’ snob. Non uscivamo mai fuori da Roma. Facevamo sempre tutto tra di noi. Invece poi abbiamo iniziato a collaborare per L’amore comune con Antonio Filippelli che è un autore, arrangiatore e produttore, infatti ha prodotto metà di questo disco. Poi sono arrivati Zibba, Piero Romitelli, Fortunato Zampaglione, Rory Di Benedetto.
Matteo: è stato bello perché ci siamo ritrovati per la prima volta a condividere la scrittura dei brani con un estraneo non familiare. Siamo sempre stati abituati a farlo tra di noi. È stato figo per quello, perché è una modalità per rimescolare le parole, darti una rinfrescata e farti mantenere una concentrazione molto alta. Nel momento in cui stiamo parlando di una cosa che senti profondamente tua, il condividerlo ti fa stare attento per non uscire troppo dai binari. Dalla nostra anima musicale.
Dai vostri inizi ad oggi com’è cambiato il mondo della discografia e soprattutto il vostro approccio alla musica?
Matteo: il nostro approccio alla musica si è modificato crescendo.
Thomas: su alcuni aspetti, non tanto sulla scrittura.
Matteo: la discografia è cambiata sette volte e penso che una volta al mese cambi. La musica ormai è un prodotto che viene declinato in molteplici aspetti, lo streaming, tutto il mondo di Youtube, dei social network, ancora il cd fisico, i supporti. Diciamo che oggi è veramente complesso riuscire a percepire dove orientarsi quando fai uscire un disco. La verità è che le canzoni poi vivono di vita loro. In qualche modo nel tempo te ne accorgi immediatamente se una canzone arriva o non arriva. A volte valgono di più le visualizzazioni su Youtube rispetto alle vendite. Dipende. È difficile quantificare.
Thomas: è strano. Mentre parliamo probabilmente sta già cambiando qualcosa (ride, ndr)!
Sempre per rimanere in tema “inizi”, in uno dei vostri primi video c’era ospite Francesco Totti. Avete mai pensato di invitarlo di nuovo?
Matteo: no, perché ci è cascato una volta e non penso che avrebbe potuto una seconda (ride, ndr)! E poi perché Totti in quel contesto, in quel video del 1999 ci stava bene. Oggi per il genere musicale che facciamo non riuscirei a trovargli una parte. Già abbiamo difficoltà a trovare una parte per noi.
Thomas: a volte non vorremmo metterci nei video perché sembriamo un po’ strani. Mi immagino una storia incredibile e vorrei vedere degli attori. Vorrei essere spettatore anche io. Il rischio, che è capitato, è che in alcuni video appari come un fantasma. Ci sono i protagonisti e poi tu dietro che canti la canzone.
Magari chi vorreste vedere in un vostro video?
Thomas: qualcuno che riesca ad interpretare bene il testo.
Matteo: nessuno nello specifico. Ci sono canzoni in cui è giusto che ci sia la persona che la interpreta. Ci sono invece brani che hanno bisogno di uno storytelling, quindi di una canzone da raccontare. Vorrei evitare di fare l’attore, di raccontare la canzone stessa.
Thomas: poi siamo due, quindi non sempre sono storie a due e dovrei fare un po’ io e un po’ lui.
In tutti questi anni ci sono stati litigi, scontri? Come vi comportate?
Matteo: è un po’ come quando litigano due fratelli. Non è che dici: Farò mai pace con lui? Fai pace. Punto.
Thomas: ti mandi a quel paese, ma hai già fatto pace.
Infine per quanto riguarda il tour?
Matteo: il tour partirà tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate. Stiamo già preparando scalette, su scalette, su scalette. Ovviamente sui nostri social, Facebook, Instagram, Twitter, comunicheremo al più presto le prime date.
Thomas: ovviamente metteremo alcune canzoni di questo disco. Ora stiamo facendo un po’ un sondaggio, anche in questi instore, per capire quali canzoni mettere. Per noi sono tutte belle, però vedremo!
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