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The Voice 2016 può davvero creare talenti? I coach hanno provato a rispondere

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Ieri pomeriggio si è tenuta la conferenza stampa di The Voice Of Italy 2016, il talent show dedicato a scovare nuovi artisti nel panorama musicale.

In attesa di vedere la quarta edizione del programma, fissata per mercoledì 24 febbraio 2016, i coach hanno risposto alle domande dei giornalisti facendo sollevare non poche polemiche e grattacapi. Dopo le parole di critica espresse nei giorni scorsi da Raffaella Carrà, impegnata come coach di The Voice, (se l’è presa con il sistema del programma che secondo lei non è in grado di lanciare veramente un artista) numerosi giornalisti hanno domandato ai coach: questo talent show può davvero creare talenti?

Max Pezzali, giudice alla sua prima esperienza nell’edizione di quest’anno, ha voluto difendere The Voice Of Italy, cercando di spiegare il suo punto di vista: “Non giudichiamo cosa è uscito da quì fino ad oraammette l’ex 883 -, aspettiamo di vedere cosa faremo noi. Associare la voce e la tencina al talento è sbagliato, perché bisogna anche vedere cosa arriva alla gente. La dinamica di The Voice (in particolare quella delle blind auditions, è pazzesca: devi essere rapido nel giudizio, sai di avere una responsabilità e sai che devi avere un obiettivo di gioco. E’ tutto molto stimolante. Ogni talent è diverso dagli altri: uno dovrebbe sfruttare gli aspetti positivi dei vantaggi del format. Non mi sento di dare troppo peso ai coach però mi permetto di dire che ognuno di noi può aiutare i talenti a trovare una propria identità artistica (cosa fondamentale in questo mondo). Il principio fondamentale è la voce. Chiediamoci: che tipo di lavoro possiamo fare sul cantante?“.

Raffaella Carrà, invece, dice di impegnarsi seriamente per fare in modo che i concorrenti abbiano dei testi all’altezza delle loro esibizioni. Poi ammette che il successo di un programma si genera sia grazie al format e sia grazie a chi lo conduce: “Non volevo fare televisione quest’anno ma ho un debole per The Voice: sono nata con lei e mi piacerebbe avere la soddisfazione di avere anche solo un ragazzo (non per forza della mia squadra) che arrivi al successo, magari anche non subito. Mi piacerebbe contribuire alla nascita della carriera di un talento. Una casa discografica importante come la Universal dovrebbe aiutare chi vince ad avere dei brani importanti. E’ vero che molte volte oggi i brani se li scrivono gli stessi cantanti. Il mio sogno è poter vedere che qualcuno va avanti con un pezzo. Nella musica funziona così: il 50% lo fa la canzone e l’altro 50% chi canta. Il mio sogno sarebbe portarli fuori, in Europa almeno, magari nel mercato latino“.

Riguarda alla domanda dei giornalisti Dolcenera (che torna in tv dopo 10 anni di assenza) ha confermato che lei cerca l’unicità in un artista, mentre Emis Killa analizza la sua carriera e sprona i futuri talenti a credere in loro stessi: “Ho fatto quello che ho fatto perché ci ho creduto. Chi ha le forze per andare avanti con le proprie gambe arriva quì e ce la fa. Se hai talento, figurati se non ce la fai in un contesto come quello di The Voice che ti garantisce visibilità. Forse non è ancora arrivato il giusto talento. Speriamo arrivi quest’anno“.

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