Dopo aver dominato i vertici delle classifiche dell’airplay nostrano per ben tre mesi con il brano Attenta, i Negramaro tornano in radio con Il posto dei santi, nuovo singolo estratto dal loro ultimo album, La rivoluzione sta arrivando, che tra l’altro è già stato certificato disco di platino. Un successo discografico che non stupisce, questo, visto che parliamo di una delle band più amate in Italia, ma che comunque ha riempito di orgoglio i fan. Sentiremo on air Il posto dei santi, scritta da Giuliano Sangiorgi, a partire dal prossimo 20 novembre.
Si tratta di una delle tracce più intense del disco, che racchiude in sé uno degli elementi centrali di tutto il lavoro in studio: la presa di coscienza della scomparsa di una persona amata che si trasforma in punto di partenza per una sorta di inno alla vita, perché, in fondo, “siamo sostanza che non può sparire”. Lo stesso Sangiorgi, durante una intervista rilasciata in estate per Repubblica, ha definito il pezzo come uno dei più significativi dell’album, anche se il brano, in apparenza, può sembrare leggero, con quel ritmo incalzante della metrica che quasi strizza l’occhio al rap, accompagnato però dal “canto spettrale” del theremin.
In questi giorni prosegue il tor della band, partito il 4 novembre da Mantova, che tra date raddoppiate (quando non triplicate), sold out e accorgimenti scenografici ad alto impatto suggestivo, toccherà ancora diverse città italiane, tra cui Roma e Milano, prima di concludersi il 20 dicembre al Palageorge di Montichiari (BS) (QUI TUTTE LE DATE). I concerti, come vi abbiamo anticipato, saranno preceduti da dj set che coinvolgerà i più noti professionisti della scena musicale italiana, tra cui spiccano i nomi di Ema Stokholma, Don Joe dei Club Dogo e Maurizio Gubellini (CALENDARIO). Di seguito l’audio de Il posto dei santi, seguito dal testo della canzone, che permette di capire più profondamente il messaggio del brano.
Ho ingoiato il sudore del mare / indossando le nuvole grigie / ho capito che tutto appartiene / al resto che manca non solo se esiste. / Vivere / non è abbastanza se / non c’è distanza che / non ti permetta di desiderare / Perdersi / per poi riprendersi / non è dividersi / siamo sostanza che non può sparire. / Ho strappato le ali dei sogni / per cadere ogni volta sui tetti / preferisco restare coi gatti sul mondo / che tanto comunque ritorni.
E ti accorgi che quello che senti / ha radice nel posto dei santi / ma tradotto nei gesti dell’uomo / che sbaglia ogni volta si torna perdenti / Ho invitato le nuovi stagioni / per cambiare la pelle del giorno / ho coperto ogni singola parte di pelle / del corpo con petali e fiori / Ho chiamato per nome coi santi / troppo comodi troppo distanti / li ho convinti ad avere paura / di quelli che giocano a fare i potenti.
Vivere non è abbastanza se non c’è distanza che non ti permetta di desiderare / Perdersi per poi riprendersi / non è dividersi / siamo sostanza che non può sparire. / Vivere non è abbastanza se non c’è una danza che non ti convinca di poter volare / liberi senza rinchiudersi e infine arrendersi a questa stanza che non sa dormire.
Mi sono accorto proprio adesso / che non ha muri quest’inverno / dagli occhi passa solo vento / e porta via con se il rimpianto / di un cielo che non si è più spento / illudimi che adesso posso vivere, vivere / Vivere non è abbastanza se / non c’è una danza che / non ti convinca di poter volare / liberi senza rinchiudersi e infine arrendersi a questa stanza che non sa dormire / a questa stanza che non sa dormire / in questa stanza che non sa dormire / siamo sostanza che non può sparire / non puoi sparire / tu non sparire.
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