Raf, al secolo Raffaele Riefoli, è un cantautore che ha conosciuto il successo a partire dagli anni ’80, quel successo che arrivava credibilmente dopo tanti anni di gavetta e senza esposizione televisiva. Appartiene, insomma, a quella generazione di artisti che continuano a cavalcare l’onda della popolarità nonostante siano trascorse tre decadi dai tempi dei suoi esordi, a differenza di molte star divenute note grazie alla tv, più recentemente, e spesso dimenticate quando nuove edizioni di talent sono pronte a sfornare altri “idoli”. Forse anche per questo per lui, così come per molti altri suoi colleghi, i talent non sono la strada da consigliare a chi vuole intraprendere un cammino nel mondo della musica.
Insomma, anche Raf segue la linea di pensiero già espressa da Piotta, Valerio Scanu o Red Ronnie, secondo cui i talent sarebbero più che altro una maledizione per i giovani artisti, nonostante la visibilità immediata che possono garantire loro: “Da tanti anni in Italia e nel mondo esistono questi programmi. Se pensiamo a quelli che poi realmente sono riusciti a emergere e imporsi dopo sono davvero pochi – ha spiegato durante una recente intervista rilasciata per l’AdnKronos – invece abbiamo assistito a una sorta di tritacarne. Chi viene eliminato subito secondo me è più fortunato. Mentre per chi va avanti e addirittura vince per poi tornare alla vita di prima credo sia un trauma psicologico che lascia il segno“.
Come avrebbe vissuto questo fenomeno lui, se fosse scoppiato ai tempi dei suoi esordi? “Io ne sarei uscito proprio con l’animo a pezzi – ha spiegato – e non è quello che deve essere la musica. Perché prima di tutto per me la musica non deve essere una gara, poi il metro con cui vengono giudicati questi ragazzi è quello dell’intrattenimento televisivo. Per esperienza musica e intrattenimento televisivo, a parte l’avanspettacolo, non sono mai andati troppo d’accordo“.
Il cantautore, che al momento è impegnato con il tour teatrale Sono io e che il 13 novembre si esibirà all’Auditorium Conciliazione di Roma, ha anche parlato di un’altra novità, rispetto al modo di lavorare e comunicare di qualche anno fa: i social network, diventati ormai una sorta di secondo lavoro per gli artisti. “Ho un rapporto di odio e…la parola contrapposta non è proprio amore – ha ammesso – in qualche modo li utilizzo perché sono cosciente di far parte di questo mondo in cui i social hanno assunto un ruolo determinante. Se fai musica come me non puoi farne a meno perché arrivi direttamente alle persone interessate. Probabilmente però quando smetterò di far musica e dischi, chiuderò anche tutti i miei social. Preferisco il rapporto concreto e reale con le persone a quello virtuale e filtrato”. Il tour di Raf andrà avanti toccando Lecce il 19 novembre, Bari il 20 novembre e Genova il 26 novembre. Di seguito il video di Arcobaleni, che ha raccontato essere stato girato da sua figlia.
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