Piotta, Nemici Winter Tour: “La musica è condivisione, non sfide e televoto” [INTERVISTA]

Nemici, pubblicato lo scorso aprile, è l’ottavo album in studio del Piotta (al secolo Tommaso Zanello): titolo e grafica del disco la dicono lunga, il riferimento agli Amici di Maria De Filippi è palese, anche se non si tratta di un mero “dissing”, come si sarebbe portati a pensare. Piuttosto un invito a riflettere sullo stato delle cose, su com’è cambiata la scena discografica in Italia sì, ma non solo. I talent “presi di mira” (di cui Amici è in questo caso solo l’esempio più noto) diventano quasi più il simbolo di un modo di pensare che si basa sull’apparire anziché sull’essere, sulla competizione anziché sulla condivisione, in un mondo che punta alla visibilità e non alla sostanza, ma questo è un atteggiamento che non riguarda solo la tv o gli idoli dei teenager partoriti dal piccolo schermo, quanto la quotidianità stessa, in tutte le sue sfaccettature.

Al suo interno 15 tracce, tra cui i singoli estratti Bbw, 7 Vizi Capitale, Wot! (Capitano Mio Capitano!) e Kitty: 15 canzoni per riflettere, sorridere, amareggiarsi, sperare e tanto altro. Guardare al passato sì, ma senza nostalgia. Cronaca, politica, show business, amore (come quello per la propria città) e spensieratezza si fondono in un giusto gioco di equilibri e le preziose collaborazioni inserite nel disco fanno da “ciliegina sulla torta”. Hanno accettato l’invito a collaborare all’album amici e musicisti come Brusco, Il Muro del Canto e i Modena City Ramblers, ma anche maestri sacri come Afrika Bambaataa per l’hip hop e Captain Sensible per il rock.

Dopo il tour che ha seguito l’uscita del disco, Piotta tornerà di nuovo a breve sui palchi italiani (calendario in fondo all’articolo). Lui sembra davvero cresciuto, com’è normale che sia, dai tempi del Supercafone. Sarebbe stato preoccupante il contrario, visto che sono passati circa 16 anni da allora, ma lo spirito goliardico è rimasto, solo che ora è quello di un uomo che ha superato “i 40”, che nel frattempo ha affiancato alla sua attività di cantante quella di produttore discografico e che ora ha nuove cose da dire e argomenti da toccare. Ecco come ha presentato il suo lavoro nell’intervista rilasciata per Velvet Music.

Come sta andando la risposta del pubblico rispetto all’album? Ormai spesso la popolarità di singoli e video viene misurata in “like” o visualizzazioni, ma spesso poi non viene recepito davvero il messaggio, a livello qualitativo. Tu hai la sensazione che in questo caso le tue parole siano arrivate?

A me sembrano siano arrivate forte e chiaro. Anzi, più forte che mai. La risposta è trasversale e compatta, dal web ai live. Ho un pubblico sempre più omogeneo per attitudine, intelligenza e apertura mentale e sempre più trasversale per età e gusti, spaziando io dal rap al reggae, dal rock al funk. Tutto questo lo sto ottenendo da indipendente puro. L’unico rapporto esterno è con la Universal per la distribuzione fisica, perché non ho i soldi e la forza per comprami i tir e arrivare sugli scaffali di Mediaworld. Potessi farei anche quello.

Partendo dall’ultimo singolo arrivato: Kitty, uscito dopo 7 Vizi Capitale. Nel video ci sono tanti riferimenti ad alcuni luoghi di Roma che hanno segnato il passato tuo e di altri artisti romani presenti nel video e nel disco. Quando ti capita di tornare in certi luoghi, come particolari centri sociali, o anche semplicemente passando per zone come Ostiense, ti sembra che Roma dia le stesse opportunità ai ragazzi ora, per quanto riguarda l’aggregazione, la libertà di esprimersi artisticamente?

Credo ne dia ancora di più in termini artistici. Se noti bene, ed è la cosa più potente del video, è che i luoghi sono del passato ma anche del presente. C’è un filo rosso che lega generazioni e stili. Ed il filo rosso è l’amore per Roma. E’ una città in grande fermento creativo, dal cinema ai fumetti, dalla musica alla pittura. E’ esplosa la scena street, le poesie dei Poeti der Trullo, le tavole di Zerocalcare, sul web e al cinema i The Pills. Per la musica – ognuno nel suo genere – Il Muro del Canto, i The Giornalisti, i BSBE, gli Inna Cantina, Debbit e Rancore che ho anche prodotto, e tanti altri. Pochissimo spazio per il mainstream, il che è un bene perché la scena è creativamente anarchica e non appiattita su cliché ed esigenze becere.

Rimanendo su Roma: come vedi il futuro più prossimo, ora che sta attraversando l’ennesimo periodo di stravolgimenti, polemiche e incertezze?

Lo vedo riot. Nel senso che tocca sporcarsi le mani e raschiare la merda dal fondo, ma vedo anche tante persone disposte a farlo. Più colpiscono Roma e più la città risponde con passione, idee, fermento. E’ come l’araba fenice. Almeno questo è quel che vivo io. Nomi storici ed emergenti tutti insieme, abbattendo la piramide che vorrebbe un certo star system. C’è piuttosto una linea orizzontale, sulla quale cerchiamo di viaggiare compatti. Se vi interessa fare più arte, venite a Roma. Si crea a tutte le ore. Ogni giorno, ogni notte. Su palazzi e fogli, dentro studi e set, su palchi e jam.

Barbara è il pezzo realizzato in collaborazione con i Modena City Ramblers: com’è nato?

L’idea musicale è di Emiliano Rubbi, che con me ha prodotto l’album Nemici. Sulla sua composizione c’era un vecchio testo, valido, ma di altra natura. Amo molto lo storytelling e le atmosfere del brano mi hanno ispirato le sensazioni che poi ho messo in rima. E’ un pezzo crudo, essenziale, duro come i pugni sferrati nel testo. Lo definirei cinematografico per questo stile ad immagini, come tanti flash rubati da un vicino alla finestra. Dal vivo non riesco mai a farla, non per motivi tecnici ma emotivi, un pò come per quella Piazzale Lagosta a me tanto cara contenuta nel precedente album. Magari col supporto degli amici Modena City Ramblers un giorno le eseguiremo pubblicamente su un palco!

Parliamo invece di Brusco e Il Muro del Canto: la vostra collaborazione è un po’ il simbolo della musica fatta di stima e amicizia, anziché di sfide e televoto?

Oddio, sfide e televoto. Tu veramente mi nomini il male assoluto. Il contrario della musica è il televoto. La musica è condivisione, battaglie comuni, a volte timidezza e profonda sensibilità. E ognuno di questi elementi cozzano con il 90% della tv, che viceversa è superficiale, appiattisce, mercifica, usa e getta. E’ volgare e inopportuna come uno zoom su una lacrima. Sì, con Giovanni e i ragazzi de Il Muro del canto siamo amici fuori, sopra e dietro il palco. A cena come nelle tante battaglie sociali fatte e che faremo. La cosa che bella è che siamo in tanti, una scena che va al di là del genere e dei percorsi. Una scena che ha come comune denominatore l’attitudine.

I talent: hai ricevuto in questi mesi una risposta da parte di artisti usciti da lì o da personaggi legati a quell’ambiente? Il tuo messaggio è stato comunque chiaro e non proprio di stima

Mai giudicato i ragazzi e le ragazze in gara, lungi da me. La colpa è invece far credere loro che sia l’unica opportunità. E’ falso. E’ mistificare la realtà. E’ dare i comandi della musica, che prima di tutto è arte, alle Compagnie delle Indie, o come si chiamano oggi. Parlano i numeri. In più di 15 anni, 10 talent l’anno, se non di più, un potere economico e radiofonico pazzesco, hanno tirato fuori pochissimi nomi duraturi. Questo mi fa pensare che quei pochi ce l’avrebbero fatta comunque, vedi un Marco Mengoni che è oggettivamente forte. Nel frattempo però hai bruciato migliaia di artisti la cui arte ha esigenze e tempistiche ben diverse da quelle spicciole della tv generalista.

Consiglieresti ai giovani artisti di scegliere un’altra strada, quindi? Evitare l’ascensore che porta all’attico? O ce l’hai con “il sistema”, più grande dei singoli?

Il mio sistema è non avere né appartenere ad alcun sistema, perché se prendi poi devi dare e non se ne esce. Anche io, ripeto, sono solidale con le ragazze ed i ragazzi. Ho le mie motivazioni ed è grazie a queste che sono libero di fare un album che si intitola Nemici, dire quello che mi pare sempre e fare un singolo che urla Kitty S’incula, talent inclusi

Tra le altre cose quest’anno un rapper romano è arrivato secondo ad Amici…lo hai mai sentito?

Se è per questo molto prima che lo “scoprissero” ad Amici, l’ho intervistato nel mio programma radiofonico. Ha un bel timbro e presenza scenica, credo però sia il primo a volersi sdoganare dall’hip hop e puntare piuttosto su una forma canzone melodica di moderno pop. Questo può far capire meglio quanto sia grande il fermento romano. Briga infatti è di Roma, così come la regina dell’estate Baby K. Insomma c’è tutto e anche di più, dall’undergorund al mainstream.

Da produttore, come riconosci un talento?

Faccio come gli altri. Lo riconosco quando ha successo e tutti dicono “io, io, l’ho scoperto io”! Battute a parte, il talento ha mille volti e non lo riconosci nelle tecniche da bel karaoke, ma nelle piccole cose. Cioè se una persona buca, buca sempre. Intorno a lui senti e vedi che c’è interesse. Non per forza amore, anzi a volte anche fastidio, ma comunque interesse. Il suo passaggio non è mai anonimo. Penso sia il carisma, che poi nel tempo si sviluppa e affina, e al quale si sommano conoscenza, studio e tecnica.

Nonostante siano state inserite nel disco tutte collaborazioni importanti, quelle che hanno colpito di più forse sono quelle con Captain Sensible e Afrika Bambaataa. Insomma: anche in questo caso invece di puntare ad artisti più in voga in questo momento e magari più commerciali, ha preferito la qualità. Lontano dai principi del marketing, sei riuscito ad agganciare un “pezzo di storia”.

L’ importanza è diversa in base ai propri valori. Cioè, se uno che vince un talent è importante loro cosa sono, divinità? Si è spesso vittime passive del mercato, dando importanza solo ai numeri. Ma i numeri poi chi li ricorda? Finiscono in un conto corrente e basta. Sono le emozioni ed il carisma quelle che valgono più di tutto e loro ne hanno e ne danno ancora, da quarant’anni. Senza Bambaataa io forse non sarei nemmeno stato qui a parlare. Senza Ray il punk forse non esisterebbe, erano 5 pazzi che giravano per Londra vestiti in maniera indegna per l’epoca. Hanno riscritto le regole del gioco.

Come sono cambiati Tommaso e Piotta dai tempi del Supercafone? Quindi a livello artistico e personale

Non vorrei se sembrare presuntuoso, ma servirebbe un romanzo di 1000 pagine Stephen King per rispondere a questo domandone. Comunque basta sentire gli album per capire l’evoluzione del suono e quella lirica. Vedere un live per capire quanto ho affinato la tecnica. Ma resta immutata la passione, l’educazione e il rispetto. Forse l’ironia è diminuita, non so se per lo stato delle cose o perché sia fisiologico. Un conto fare musica con l’arroganza dell’adolescenza, un conto con la maturità dei 40.

Hai recentemente incontrato gli studenti per #Artistinrete e hai invitato a spendere, in base alle proprie risorse, in cultura. Quale disco ti sentiresti di consigliare ai più giovani, che forse sono troppo condizionati da tv e social nelle loro scelte? Qual è il disco per cui vale assolutamente la pena spendere?

Indubbiamente Nemici. Se la risposta sembra arrogante allora ti do un altro titolo, il nuovo album di Zibba. Mi piace molto. E’ di un cantautore che suona e scrive come dovrebbe fare un cantautore moderno. Il disco suona bene anche sotto, c’è ritmica, il linguaggio è alto ma se serve si sporca le mani.

BBW: ma davvero gli uomini non seguono necessariamente i canoni della “fashion week” o è solo un modo per “tenerci buone”?
Alcuni lo fanno davvero, tra cui me. Quindi tranquille, che siamo in tanti e c’è sempre un uomo, anzi più di uno, per ogni donna. E non parlo di una botta via, parlo proprio di innamoramento.

Quali sono i progetti ora?
Il tour invernale, che toccherà tante città italiane. Dopo le fiamme di quello estivo mi aspetto di bissare. Sarò in giro con la band per due ore di show interamente suonato, guest e amici sparsi per tutto lo stivale. Poi un paio di dischi da paura in uscita per la mia label, La Grande Onda, e appena posso un bel viaggio. Anche perché non stacco la spina da tempo e vorrei farlo prima di ributtarmi a scrivere, comporre e produrre.

Riportiamo di seguito gli appuntamenti live previsti dal tour in questione:

  • 6/11 Ypsilon – Libertà Festival – Certaldo (FI)
  • 8/111 Teatro Out Off – 4° Festival dei Beni confiscati alle Mafie – Milano
  • 13/11 Supersonic Music Club – Foligno (PG)
  • 14/11 Theremin – Massa (MS)
  • 20/11 Lanificio 25 – Napoli
  • 28/11 Cinema Vekkio – Corneliano d’Alba (CN)
  • 12/12 Lumiere – Pisa
  • 18/12 Monk – Roma
  • 19/12 Sala Concerti Villanova – Pulsano (TA)
  • 26/12 River Sound Music Festival – Sora (FR)
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