Assolto per non aver commesso il fatto. Così per Jay Z che è stato completamente scagionato dalle accuse di plagio, vincendo la sua battaglia legale per Big Pimpin. Infatti, solo poche ore fa, il giudice statunitense che si stava occupando del caso, Christina Snyder, ha deciso di respingere l’istanza presentata contro il rapper dal nipote del compositore egiziano Baligh Hamid, sostenendo che quest’ultimo non avesse alcun diritto per presentare un esposto. Anzi, ha solo fatto perdere tempo prezioso alla corte.
La Snyder, però, non ha espresso nel dettaglio le motivazioni della sua sentenza, si è limitata a dire di aver deciso di non ricorrere in giudizio (e, quindi, secondo quella che è la legge americana, di non portare la questione davanti una giuria) dopo aver sentito la testimonianza degli esperti riguardo le leggi egiziane. A citare in giudizio Jay Z, infatti, era stato Osama Ahmed Fahmy, per aver campionato parte della canzone Khosara Khosara (brano del 1957) per la sua hit Big Pimpin, targata ben 1999. E, insieme al rapper, era finito sotto processo anche il produttore Timbaland. Ma per loro, quindi, nessuno provvedimento.
Mentre Pete Ross, avvocato del querelante, si è limitato a dire che la decisione del giudice è stata “completamente sbagliata“. Ora, noi non saremmo di sicuro periti del tribunale, ma i due brani (che potete ascoltare qui sotto se non li conoscete già) di “somiglianze” se vogliamo chiamarle così ne hanno più d’una. Che la potenza del produttore e artista sia riuscita a impressionare il giudice più del nipote di un vecchio musicista di un Paese lontano come l’Egitto? Chi può dirlo, in fondo, nonostante i sorrisi e le foto patinate, sono tanti gli atteggiamenti che i potenti del music business tengono sapientemente nascosti. In fondo se sua moglie Beyoncé è riuscita a gelare la sua assistente con un semplice “smettila” detto a denti stretti, chissà cosa ci sarà veramente dietro a questa storia…
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