Lo chiamavano Napoleone, il suo vero nome è invece Ezio Neri. Un personaggio celebre a Bologna e dintorni. Era il titolare della storica pizzeria di via Arno, meta prediletta di tanti musicisti che si ritrovavano là per mangiare una pizza dopo un concerto, bere in compagnia, semplicemente scambiare due chiacchiere e sognare un futuro sempre scandito dalle sette note. Napoleone era conosciuto da tutti, sì. Aveva un grande cuore, lo stesso cuore che un giorno lo spinse ad aprire il suo locale ai più poveri, durante le feste. Il 6 gennaio, per esempio, c’era l’appuntamento fisso per il pranzo della Befana. Lucio Dalla, Vasco Rossi, Luca Carboni, Luca Barbarossa, Ron: sono tanti a piangere, adesso, Napoleone. Tanti che hanno percorso un pezzo di strada insieme a lui. Suonano e cantato da lui e per lui. C’è qualcuno che, in quel posto, ha anche iniziato la sua carriera: Laura Pausini. La quale, appena saputo della sua morte, ha scritto un lungo messaggio su Facebook. Condiviso un dolore alleviato dalla dolcezza e dalla riconoscenza.
Napoleone, spiega Laura, è stato il suo primo datore di lavoro: “Avevo solo 8 anni quando ho cantato la mia prima canzone al fianco di mio padre nel suo famoso ristorante bolognese. Poi a 12 anni ho iniziato a cantare ogni sabato e domenica perché lui stesso mi chiedeva di non mancare. A soli 16 anni mi propose di cantare da sola davanti ai suoi clienti per la serata del 31 dicembre. Mio babbo era occupato a cantare in un’altra città e Ezio gli disse: ‘Fabrizio, portami la Laura con le basi! È pronta! Fidati!’“. Lei aveva paura, non voleva andare, ma il padre riuscì a convincerla e la preparò per quel debutto. Per la sua prima serata di piano bar da sola.
Lì, proprio lì “ho cantato davanti a grandi artisti che venivano dopo i loro concerti a cenare. Uno dei quali era Lucio Dalla, che mi disse proprio nel ristorante di Ezio: ‘Ma cosa fai qui? Vai fuori e spacca il cxxx ai passeri!’ Caro Ezio – continua la Pausini – quanti aneddoti avrei ancora da raccontare… Sono stata con la tua famiglia e i tuoi dipendenti per tanti anni, a fare i compiti prima che il ristorante aprisse, a mangiare con i camerieri prima che arrivassero i clienti. E tu hai sempre creduto in me essendo uno dei più grandi fan di mio padre Fabrizio. I pranzi che organizzavi a Natale per i senzatetto possono spiegare molto bene chi eri… Chi Sei“. Non è il caso di usare il passato, forse. Napoleone è e resterà il presente. Semplicemente, ha cambiato luogo: “Buon Viaggio Amico Mio – conclude Laura – e riposa in pace“.
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