E’ scomparso ieri, 14 maggio, B.B. King, il “re del Blues”, all’età di 89 anni. A comunicarlo è stato l’Hollywood Reporter spiegando inoltre che il bluesman da tempo era costretto a combattere con il diabete e per questo aveva dovuto sottoporsi a diversi ricoveri, soprattutto nell’ultimo periodo della sua vita. Per questo la stella della musica internazionale non ha più potuto neanche esibirsi, arrivando ad annullare un tour lo scorso ottobre, dopo essere stato colpito da un malore durante una performance live.
L’artista, a quanto sembra dalle prime informazioni, si è spento nel sonno a Las Vegas. B.B. King era già stato colpito recentemente da un infarto, scatenando, tra le altre cose, una battaglia legale tra Patty King, una dei suoi 15 figli, e la manager della leggenda del blues, Laverne Toney. Patty, notando che il padre negli ultimi tempi era in condizioni fisiche pessime, avrebbe preteso l’intervento della polizia per farlo ricoverare in ospedale, cosa assolutamente non approvata dalla Toney.
Patty avrebbe inoltre accusato la manager di non essersi presa cura della salute del padre, ma anzi di aver addirittura compiuto appropriazione indebita di alcuni beni di famiglia e dei ricavati del tour del musicista, arrivando a rivolgersi al tribunale e ai suoi avvocati. In tale occasione, la manager si è difesa non solo dichiarando di essere innocente, ma accusando Patty King di voler ottenere semplicemente del denaro da questa brutta vicenda, in un momento in cui suo padre non produceva più “entrate”, non potendo portare avanti alcun tour o concerto.
Al di là di questo, rimane indelebile il ricordo di un artista che ha fatto la storia della musica, che è stato un vero e proprio punto di riferimento per tutti i colleghi che, negli anni successivi, si sono ispirati al suo stile. Anche se lui ha dichiarato, in modo modesto, di non essere mai stato troppo consapevole di tutto ciò: “Per me la musica è stata un divertimento, non un lavoro“. Ad “aprirgli gli occhi”, tra le altre cose, sarebbe stata la dichiarazione di John Lennon, che ammise di aver sempre voluto suonare la chitarra come lui: “Da quel giorno ho cominciato a prestare più attenzione a ciò che facevo”, ha raccontato King.
Lucille, così era arrivato a chiamare la sua adorata chitarra nel lontano 1949, quando si trovò coinvolto in una rissa scoppiata in un bar per amore di una cameriera che si chiamava, appunto, Lucille. Alla rissa, secondo la storia più comunemente riportata, era seguito un incendio. King era fuggito senza la sua chitarra, per poi tornare a salvarla successivamente. Dopo quell’incidente, il musicista aveva scoperto che la causa di tutto era stata suddetta Lucille e cià l’aveva spinto a chiamare così il suo strumento inseparabile: “Con l’eccezione del sesso – aveva dichiarato il bluesman, che ha sempre ammesso di essere un inguaribile donnaiolo – solo Lucille mi dona pace”.
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