La venticinquesima edizione del concerto del Primo maggio a Roma (come di consueto nella cornice di San Giovanni in Laterano) è volata via. Dalle 15 a mezzanotte il pubblico della Capitale si è lasciato “spettinare” dalla musica. Nove ore di live per costruire un vero e proprio racconto all’insegna della contaminazione. Per la prima volta non c’è stato un concerto di “serie A” ed uno di “serie B”, mettendo in scaletta gli artisti minori il pomeriggio e quelli più importanti la sera: l’organizzazione ha deciso di “spalmare” gli artisti lungo tutta la giornata senza distinzioni.
E così ad aprire la manifestazione sono stati i Kutso, reduci dalla sessantacinquesima edizione del Festival di Sanremo (classificati secondi nella categoria Nuove proposte), proprio con Elisa, la canzone che li ha portati sul palco dell’Ariston. Insieme a loro un chitarrista speciale, il produttore Alex Britti travestito con una lunga barba gialla. Mentre la band è andata di corsa alla stazione Termini per andare al concertone di Bologna, Britti è rimasto tutto il giorno per aspettare la sua esibizione poco dopo le 22. E così fino alla prima pausa si sono susseguiti sul palco “rotante” i La Ruba, i Bamboo, Ylenia Lucisano, Sandro Joieux, Ghemon, Ronda Folklub e Cavallaro, Almamegretta, Mario Venuti & Mario Incudine, Tarantolati di Tricarico, Med Free Orkestra, Levante, Santa Margaret, Lello Anolfino e Tinturia, Dellera, Teresa De Sio, Otto Ohm, Nesli, James Senese & Napoli Centrale.
In attesa della seconda parte del concerto in piazza è arrivato Alessio Bertallot per un dj set e poi ancora Enrico Ruggeri, Emis Killa, Paola Turci, Avitabile & Alpha Blondy, J-Ax. E qui ci fermiamo. Il rapper ha cantato sue hit e anche quelle degli Articolo 31, ma ha trovato uno spazio per criticare Matteo Salvini: “La cosa più imperdonabile è la sua ascesa. Spiegatemi perché se un italiano va all’estero è un cervello in fuga, mentre se qualcuno viene da noi è un negro che ci ruba il lavoro“. Alessandro (questo il suo vero nome) ha continuato ad essere protagonista dell’evento come co-host della conduttrice ufficiale Camila Raznovich, che nel corso di tutta la giornata è stata accompagnata da Paola Maugeri (nel backstage), Enrico Silvestrin (una reunion delle vecchie glorie di Mtv praticamente), Vincenzo Mollica, Carlo Massarini, Francesco Pannofino, Paolo Rossi, Dario Vergassola, Antonio Cornacchione.
Successivamente sono arrivati Irene Grandi, Bluvertigo e Lo Stato Sociale. Qui un altro stop. Vogliamo parlare dell’esibizione di Morgan e compagni? In realtà no. E’ il gruppo elettropop bolognese a far discutere e a creare una vera e propria polemica: sei coppie, due formate da lesbiche, due da gay e due eterosessuali, sarebbero dovute salire sul palco e baciarsi ma la Rai l’avrebbe impedito. Meglio usare il condizionale, visto che da Viale Mazzini è arrivata la notizia che non c’è stata alcuna censura. La questione proseguirà nelle prossime ore?
A smorzare la tensione è invece Cristina Scabbia dei Lacuna Coil, che si sono esibiti dopo Britti e le melodie balcaniche di Goran Bregovic (per la gioia di Elio e le storie tese): l’esibizione della band infatti non è andata in onda integralmente su Rai Tre e la seconda canzone è stata tagliata. “Non dimentichiamoci – ha scritto la cantante nel suo profilo Facebook – che per un gruppo come noi, seppur conosciuto ed apprezzato internazionalmente, l’invito al concertone è stato davvero un onore ed una splendida opportunità di esposizione di fronte ad un pubblico completamente diverso sia come fascia d’età che di interesse generale e la nostra partecipazione su invito personale da parte dell’organizzazione (che ringrazio di cuore) significa che ci si sta invece svegliando e si comincia pian piano a dare spazio a generi musicali meno classici e tradizionali“. Tutto è bene quel che finisce bene. Hanno chiuso la serata Noemi e la Pfm, per la prima volta senza Franco Mussida e con Marco Sfogli. L’appuntamento è al prossimo anno.
Foto by Velvet Music
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