Ciao Velvet!
Sorpresa: sono a… Zero! La mostra dell’anno dedicata a un mito. Bellissima, straordinaria. Davvero uno spaccato di storia, sociale e musicale, in cui tutti noi possiamo ritrovare un pezzo nella nostra vita e della nostra esperienza. In questa mostra si racconta infatti l’arco temporale che va dal dopoguerra ad oggi, ma per farlo si parte dalla vita di Renato e la si percorre attraverso le sue emozioni, che spesso combaciano con quelle di molti.
Devo dire che Fonopoli, l’associazione culturale che ha promosso l’iniziativa, questa volta si è davvero superata: la cura dei dettagli, l’integrità e la minuziosità raccontano perfettamente la vita di un artista ben inserito in un contesto sociale, capace di coglierne gli aspetti in modo concreto, non arroccato nella sua condizione privilegiata di personaggio noto.
Vincenzo Incenzo, direttore artistico di Fonopoli, è stato meraviglioso: il suo contributo è stato così serio e sincero che tutto questo si percepisce a fior di pelle. Lo spettatore viene completamente “assorbito” dal percorso, come incantato da suoni, immagini e video che suscitano ricordi in grado di farci capire da dove veniamo e come la musica abbia davvero un potere nella storia e nel cambiamento.
La musica del resto è un linguaggio: a volte può essere compassionevole, a volte impietosa o ribelle. E Renato in questa forma di comunicazione è assoluto protagonista. Nella sua vita ha dovuto affrontare incredibili difficoltà ma ha combattuto per affermare se stesso. Non con un intento prettamente personale ma anzi con la voglia di liberare tanti giovani come lui dai pregiudizi, dagli schemi, dalle imposizioni e a volte dalla cattiveria.
La musica è il suo strumento: quest’arte ci ispira, ci insegna, ci incoraggia e ci fa comprendere come il linguaggio può davvero “bastare” a dare speranza ai giovani. In questo percorso ognuno ha potuto trovare se stesso. Tra immagini e testi di questo artista c’è chi ha trovato il coraggio di combattere per le proprie passioni.
Che dire? Sono qui a testimoniare, ancora una volta, che la musica è potere: ci dà la possibilità di “esserci”, di fare la differenza. Noi dobbiamo crederci, dobbiamo rappresentarla. Possiamo scrivere musica o cantarla, l’importante è usarla! Renato ci insegna che ogni idea è uno strumento. Naturalmente non è il solo ad averlo capito. Anche i Beatles, i Rolling Stones, i Queen, Lucio Battisti, Lucio Dalla, Pino Daniele hanno combattuto in maniera pacifica per tutti noi con quelle che erano le loro armi: note e parole.
Vi invito tutti a partecipare! La mostra dopo Roma viaggerà per altre città e vi consiglio davvero di non perdere questa occasione. Rendiamo omaggio alla musica e alle persone coraggiose come Renato!
Un bacio a e alla prossima!
Foto by Roberto Passeri
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