Note di Numa dal concerto di Lionel Richie: le radici musicali sono la vera forza dell’artista!

Ciao Velvet!

Probabilmente in questo video mi vedrete “sottosopra” e con il trucco sciolto ma non mi importa: ero troppo impaziente di comunicarvi le mie emozioni e non ho potuto trattenermi!

Oggi sono venuta a trovare un carissimo amico ma soprattutto un’altra vera colonna sonora della mia vita: Lionel Richie. Una persona di un’umiltà, dolcezza, forza ed energia straordinarie! Un uomo di 66 anni che ha cantato e ballato per più di due ore sul palco trasmettendoci tutta la sua storia e tutto il suo entusiasmo, ma più di ogni cosa è riuscito a trasmettere la sua “eterna gioventù”! Come se, nonostante l’età, dentro di lui ci fosse un bambino pieno di vitalità, capace di comunicare senza accenno di stanchezza tutta la sua anima. E naturalmente il pubblico ha percepito tutto questo ed è “impazzito” di gioia. Tanto che Lionel, dal palco, ha raccontato un divertente aneddoto spiegando di vedere attorno a sé tre blocchi di persone divisi per ventennio. I tre momenti cruciali della sua vita in cui lui ha fatto i suoi più importanti cambiamenti artistici coinvolgendo ciascuna volta una generazione. Il risultato è un mix (bellissimo) di pubblico che lo segue, diviso appunto in tre fasce d’età che, seppur diverse tra loro, hanno ritrovato in un’unica persona il giusto grado di vitalità ed energia che cercavano.

Ovviamente tutto questo accade anche agli artisti italiani. Abbiamo molti cantanti che ci accompagnano da più di 40 anni. Questa è una testimonianza di longevità da parte dell’artista e naturalmente parlo da un punto di vista musicale. La sincerità, intesa come capacità di mostrare se stesso e il proprio talento con coerenza alla propria natura, permette di “resistere” nel tempo con successo. La voglia di raccontarsi e di voler raccontare, la voglia di condividere è, insomma, l’elisir di lunga vita. Cosa significa questo? Che non dobbiamo perdere le nostre radici, e questo vale sia per gli artisti che per il pubblico.

Ricordiamoci cosa ascoltavamo da bambini: quali sono le canzoni che ci hanno insegnato qualcosa, che ci hanno fatto crescere? Oppure quelle che abbiamo scelto per accompagnare i momenti più importanti! La canzone scelta per il nostro matrimonio o quella che di sera risuonava nella stanza di nostro figlio, per farlo addormentare. Andiamo a cercare le frasi che ci hanno colpito di un testo e che magari abbiamo annotato su un diario per “fermare” quell’emozione. Dobbiamo farlo perché queste sono le nostre radici, i nostri “messaggi artistici” e perché sono pezzi di vita che l’artista (ovvero essere umano) ci lascia da condividere e da sperimentare: è una sua sofferenza o una sua gioia che è talmente reale da saper diventare anche nostra. Ciò che l’artista racconta è ciò che noi proviamo. Non è un’illusione, è “solo” vita. Questo ci rende tutti uniti e ci fa crescere!

Quindi oggi cosa ho imparato? L’importanza delle radici musicali: in questa atmosfera ancora densa di emozioni forse adesso più che mai ricordo da dove viene e da dove è nato l’amore che provo per la musica e che interpreto come una missione che ho abbracciato, e lo dico con grande orgoglio,  40 anni fa.

Un bacio dalla commossa ed emozionata Numa!

Foto by Velvet Music

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