Ciao Velvet!
Quello di oggi è un appuntamento speciale perché, a differenza del solito, solo le parole accompagnano le mie riflessioni. Nessun video, solo opinioni sul più grande appuntamento musicale che questo Paese propone. Parlo naturalmente di Sanremo che, come ogni anno, non solo ci regala molta musica ma ci permette anche di socializzare ed elaborare opinioni sulla manifestazione ma anche sulla direzione che l’arte sta prendendo. E allora, eccomi qui!
Pensando alla seconda serata del Festival, quella di ieri 11 febbraio, la prima persona che voglio nominare è Conchita Wurst. Una voce semplicemente spettacolare accompagnata certamente da una produzione artistico-musicale al top dell’eccellenza mondiale. Un talento eccezionale che va di pari passo con un’immagine altrettanto importante. Capisco bene quanto il suo look sia frutto di una ragionatissima operazione di marketing ma quest’artista, aldilà di tutto, rappresenta realmente ed ugualmente qualcosa di importante per la lotta al pregiudizio e all’omologazione. La musica è comunicazione, per cui ben vengano i personaggi in grado di sfruttare il proprio talento per veicolare un messaggio!
Una menzione speciale va poi alla splendida Charlize Theron. Accantonando per un momento il fatto che, a parer mio, è forse la donna più bella al mondo, lei pur non essendo una cantante è riuscita con la sua aurea quasi magica a portare sul palco dell’Ariston un’atmosfera che è la vera essenza dello spettacolo. La sua bellezza, il suo sorriso e il suo modo affabile di parlare, mi hanno fatto percepire una donna di grande cuore e di grande umanità. Insomma, mi ha letteralmente conquistata.
Ma veniamo alla musica!
Attendevo con curiosità la performance di Marco Masini e devo dire che il suo è un brano che rispecchia il mondo musicale che gli appartiene: il suo stile rimane sempre coerente e ad un buon livello. Molto buono poi il brano di Lorenzo Fragola che oltre ad essere bello si presta benissimo ai passaggi in radio. E lo stesso vale per Nek: la sua canzone funziona moltissimo e mi piace! Accattivante e interessante Bianca Atzei, con quel timbro di voce così caratterizzante.
Ma è Il Volo, secondo me, a candidarsi alla vittoria. Questi tre giovanissimi ragazzi hanno un brano potente e perfettamente confezionato e conforme allo stile del Festival. Oltretutto la canzone può piacere senza dubbio ad un pubblico mondiale che ama la musica tradizionale e sentimentale, nel senso migliore del termine. Un bel canto che ci riporta forse ad altri tempi. Cosa del tutto positiva per quanto mi riguarda perché non ho alcun pregiudizio sul concetto di moderno e “passato”. Per me contano solo le emozioni. In questo caso, pur essendo il loro mondo musicale molto diverso dal mio, oggettivamente e personalmente dico che loro sono i vincitori a prescindere da come andrà a finire la competizione. Perché? Semplice, con la loro performance e la loro canzone hanno rappresentato il Festival di Sanremo nella sua totalità e completezza.
C’è però una nota dolente (è proprio il caso di dirlo) e riguarda la presenza al Festival del duo Biggio e Mandelli come cantanti Big. Devo dire che da artista sono molto dispiaciuta di questa scelta. Vi spiego perché: i due sono approdati in una categoria pur non essendo cantanti. Sono certamente attori molto conosciuti nell’ambito pseudo comico, ma questo ha fatto sì che, come tali, abbiano presentato un brano che non è una vera canzone, piuttosto una rappresentazione teatrale del loro essere autori ironici ed un po’ satirici. Un brano che non venderà neppure 100 copie, ma sarà solo funzionale per loro stessi e servirà in qualche modo a promuovere il nuovo film o il loro prossimo spettacolo. Bene, se le cose stanno così avrebbero potuto chiamarli sul palco “semplicemente” in qualità di ospiti.
Dico questo perché il Festival della canzone è, per antonomasia, priorità di cantanti veri e per tutti coloro che fanno della musica la loro vita. Il festival è per le canzoni! In una manifestazione del genere non vedo il bisogno di inserire qualcosa “che varia un po’ o che spezza un po’”. La banda, i colori, le movenze da “attori spiritosi che fanno la canzone spiritosa”. Sia chiaro, lo spettacolo è lecito, ma quando viene fatto al di fuori della gara canora.
I Big sono cantanti esperti e noti e devono cantare, devono portare il prodotto musicale. Insomma, un brano che sia credibile. Proprio per questo c’erano, come da liste pubblicate prima del Festival, decine di artisti bravi, preparati e conosciuti in attesa di entrare al Festival con dei brani e dei progetti completi e professionali, con una prospettiva potenziale di vendita e di gradimento. Soprattutto con un grande desiderio di partecipare e “titoli” per essere invitati. Forse quello che non avevano era la visibilità alle spalle data da un film da cassetta natalizia.
Privilegiando loro e penalizzando gli altri, trovo che sia stato fatto un torto a chi magari veramente spettava (e sperava) in quel posto. Ma più di tutto credo sia stato fatto un torto alla musica.
E voi, cosa pensate?
Con affetto, Numa.
Foto by Velvet Music
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