Ci voleva Adam Lambert a far tornare i Queen più forti che mai: nonostante il timore iniziale dei fan per una bronchite che lo ha costretto a saltare, solo due giorni fa, il concerto a Bruxelles, l’ex concorrente di ‘American Idol‘ è sembrato più in forma che mai nel concerto di ieri sera, 10 febbraio, al Mediolanum Forum di Assago. Un palco che dal punto di vista scenografico ha fatto “la sua porca figura”, con un’immensa Q al cui interno sono state proiettate le immagini del live, giochi di luci e fumogeni, tutti ingredienti che, uniti alle urla del pubblico (la serata ha registrato un sold out, c’era da aspettarselo) hanno reso l’evento ancora più rock.
Si comincia con One vision, si prosegue con Stone cold crazy: per Lambert il paragone con Freddie Mercury c’è e ci sarà sempre, sostituirlo è impossibile, ma tra tutti quelli che ci hanno provato (Paul Rodgers in prima fila) lui è il più convincente. Certo, secondo Brian May Adam raggiunge note che neanche Freddie si poteva permettere nei live e sicuramente è così, ma ciò che ha reso unico il loro storico e compianto frontman non è stata tanto la tecnica quanto quell’inspiegabile “ingrediente segreto” (chiamiamolo carisma, fascino…) che fa la differenza tra un eccellente cantante e un mito.
Per quanto durante Killer Queen Lambert abbia dimostrato di poter contare non solo sulla sua voce potente ma anche sulle sue capacità istrioniche, sdraiato com’era su una raffinata chaise longue, intento a sventolarsi con un ventaglio dorato e ad ammiccare al pubblico con fare “lascivo”. Una serata che non ha dimenticato neanche una delle più grandi hit: Seven seas of rhye, Who wants to live forever (davvero apprezzata), Crazy little thing called love, Under pressure, Tie your mother down, Bohemian rhapsody: questo solo per citare i titoli più famosi e applauditi.
Adam? Una vera star, a partire dall’abbigliamento glam-rock, ricco di pelle, borchie e riflessi dorati, ma soprattutto per la sua capacità di coinvolgere il pubblico. Sopratutto grazie a brani che si prestano a questo, come Somebody to love e Radio Ga Ga. I due fondatori della band, comunque, non si sono fatti mettere in ombra dalla performance del cantante: gli assoli di Brian May non hanno deluso le aspettative, mentre Roger Taylor ha abbandonato per un momento la sua amata batteria per cantare Those are the days of our lives e It’s a kind of magic. La magia di We will rock you e We are the champions, poi, hanno fatto il resto, confermando la grandezza di questa band, nonostante l’assenza non solo di Freddie (incolmabile) ma anche di John Deacon, lo storico bassista che ha deciso di ritirarsi dopo la morte dell’amico e collega Mercury.