Negli ultimi giorni è circolato in Rete un video con cui il Movimento Cinque Stelle ha promosso il ritorno alla Lira per la campagna #fuoridallEuro: ora, già il video in sé non ha raccolto i favori del pubblico, non solo (e non tanto) per il suo messaggio politico, ma anche per la qualità del filmato in questione, definito da molti utenti e dalla stampa come “uno dei più brutti della storia”.
Oltre a questo esordio poco fortunato, arriva oggi, 6 febbraio, un’accusa abbastanza grave da parte di Ludovico Einaudi: stando a quanto riportato in un post dal suo staff, infatti, il compositore non avrebbe mai autorizzato l’uso del suo brano Divenire come colonna sonora di tale spot propagandistico. In un periodo storico in cui le violazioni del copyright sono ormai all’ordine del giorno, vista l’eccessiva popolarità di piattaforme streaming che devono essere costantemente vigilate dagli artisti, pare che i vertici del M5S non si sarebbero preoccupati di richiedere alcuna autorizzazione al musicista, violando una regola importante relativa ai diritti d’autore.
“Si vuole rendere noto – si legge sulla pagina Facebook ufficiale del musicista – che il Maestro Einaudi non ha mai autorizzato né intende autorizzare l’uso di sue musiche all’interno di spot o filmati di qualsiasi natura politica o propagandistica. Il video che sta circolando in questi giorni sul web ha utilizzato il brano in modo illegittimo senza interpellare né l’artista né i detentori dei diritti. Per questo motivo è stata richiesta la rimozione del brano dal filmato”.
Non si sono fatte attendere le risposte dei grillini: c’è chi accusa il musicista di essere attaccato al denaro, di non aver compreso il messaggio diffuso dallo spot e di aver perso un’importante occasione per “uscire dal coro” e appoggiare una nobile campagna. “Poteva contattare direttamente i Cinque Stelle – gli scrive qualcuno sulla sua bacheca – e capire e trovare un accordo. Loro sono quelli che con i fatti dimostrano che i rimborsi non li prendono e che quelli che prendono li devolvono in azioni di bene e sociali. Lei?“.
Dall’altra parte c’è invece chi applaude alla presa di posizione dell’artista e ridicolizza suddetto video, tempestivamente rimosso dal M5S: “Perché non torniamo al Fiorino?”, “Ora i grillini attaccheranno Einaudi a colpi di ‘venduto al Potere’…’sappiamo dove abiti’…“, “Non si tratta di polemiche sterili. E’diritto d’autore e non c’ entrano nè multinazionali né teorie complottiste“.
Foto: Facebook
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