E’ passato un mese esatto dalla morte di Pino Daniele: lo scorso 4 gennaio il cantautore e chitarrista napoletano è venuto a mancare a causa di un infarto: aveva solo 59 anni e ancora tanto da dare al mondo della musica. Le polemiche riguardo la sua scomparsa però non si fermano e solo l’autopsia può chiarire la situazione. La sua compagna Amanda Bonini spera che dopo gli esami il corpo dell’artista venga ricomposto: “Il suo cuore non trova pace – ha scritto in una lunga lettere all’Ansa – Se razionalmente, con grande dolore, devo accettare una disposizione come atto dovuto, al contempo, trovo moralmente inaccettabile che quel cuore, che idealmente è il luogo dell’anima di Pino, in cui sono le persone che ama, gli amici veri, dove è Napoli, dove c’è un po’ di Maremma, dove sono le sue passioni e le sue ispirazioni, possa essere distrutto e smaltito come un ‘rifiuto organico’ qualsiasi, per dirla con le sue parole….‘come una carta sporca’“.
Questo pensiero l’addolora quanto la sua morte. La Bonini si augura che esista la possibilità che i suoi resti possano essere ricongiunti per riposare in pace nella silenziosa villa della campagna toscana. Amanda confida nel buonsenso e nel rispetto che un Paese civile dovrebbe avere nei confronti della dignità umana: “A maggior ragione – ha continuato – nei confronti di una personalità unica ed irripetibile come quella di Pino, che proprio con quel cuore ha arricchito il nostro patrimonio culturale e musicale donandoci opere straordinarie che rimarranno per sempre all’umanità”. Purtroppo l’autopsia è fondamentale per capire se Daniele sarebbe potuto essere salvato con un intervento più tempestivo.
La seconda moglie Fabiola Sciabbarasi è convinta di ciò. Se solo Amanda non l’avesse portato da Grosseto a Roma per farlo visitare dal suo medico di fiducia. E’ stata una corsa contro il tempo che ha avuto un finale tragico. Per questo motivo Fabiola non ha problemi che vengano fatti degli esami sul corpo dell’ex marito: “Ora è importante – ha dichiarato Luisa Regimenti, medico legale che l’assiste – e prioritario capire che cosa è successo. Del cuore bisognava avere cura finché batteva”. Il cuore di Pino comunque non verrà buttato. Attualmente si trova presso l’Istituto di Medicina legale e rimarrà a disposizione dell’autorità giudiziaria. Al momento opportuno il magistrato lo restituirà.
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