Sono passati vent’anni esatti dall’uscita dell’ultimo disco dei Pink Floyd: era il 1994 e The Division Bell segnava quella che, fino a oggi, sembrava essere la fine di una delle band più famose e amate della storia della musica. Oggi 7 novembre, invece, vede la luce The Endless River, il quindicesimo album della band inglese, l’ultimo davvero, assicura David Gilmour, e anche se non dovesse essere così di certo sarà l’ultima volta che ascolteremo Gilmour, Nick Mason e Rick Wright insieme. Il tastierista Rick Wright, infatti, è scomparso nel 2008, questo disco è dedicato alla sua memoria e porta la sua firma, quella delle tastiere che per anni hanno distinto la musica dei Pink Floyd con le atmosfere ambient che tutti conosciamo.
18 brani per un ritorno sulle scene che ha fatto parecchio discutere: ci si chiedeva se avesse davvero senso tornare a suonare dopo vent’anni di silenzio. Ma The Endless River ha radici profonde, infatti tutto inizia nel 1993 quando Gilmour, Mason e Wright erano ai Britannia Row e Astoria Studios per registrare The division bell. Nel 2013 Girlmour e Mason decidono di riprendere in mano quel materiale e di dargli una nuova vita, rendendolo più attuale. È diviso in quattro sezioni e quasi completamente strumentale, tranne il primo singolo Louder than Words scritto da Polly Samson insieme al marito Gilmour.
Più della notizia stessa, che sicuramente ha fatto riaccendere un fuoco assopito da troppo tempo in tutti quei fan che dal 1994 non hanno più avuto modo di ascoltare novità, ha fatto scalpore il modo in cui è stata rivelata: Polly Samson ha twittato a luglio con estrema tranquillità: “Comunque il disco nuovo dei Pink Floyd esce in ottobre e si chiama The endless river. Basato sulle sessioni del 1994, è il canto del cigno di Rick Wright ed è bellissimo”. Breve e conciso, così come twitter richiede, la Samson ha riassunto perfettamente tutto quello che c’era da sapere: la data di uscita, così da poter iniziare a fare il conto alla rovescia sul calendario, il titolo, la genesi e soprattutto la presenza di Rick Wright.
David Gilmour è stato piuttosto chiaro sul suo nuovo lavoro: non c’è spazio per le sfumature, “o lo ascolti per intero o lascia stare“.
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