“Se tu fossi qui io vorrei da te una quiete che precipita dall’alto“. Non è questo il verso più bello del nuovo singolo di Noemi, “Se tu fossi qui”, ma ci piace partire da qui. Perché è espressione, insieme, ipotetica, onirica, evocativa. Ne esce fuori un’atmosfera sognante (chapeau, Diego Mancino e Dario Faini), il tutto viene confermato dal videoclip ottimamente girato (realizzato da Claudio Zamarion, produzione Angelika Vision). Lei, Veronica, sempre a suo agio nella triplice veste di cantante, autrice e… attrice: la vediamo seduta sugli scogli abruzzesi al tramonto, la vediamo scendere giù dalle scale di pietra, la vediamo vera e comunicativa. Proprio come l’avevamo lasciata…
LEGGI LA RECENSIONE DI “MADE IN LONDON”
NOEMI RACCONTA “SE TU FOSSI QUI” – GUARDA IL VIDEO ESCLUSIVO
Abbiamo già definito “Se tu fossi qui” come una violenta poesia da pelle d’oca (LEGGI QUI), ora aggiungiamo che un pezzo del genere – per costruzione e interpretazione – è la dimostrazione che si possano ancora mettere in musica i sentimenti, senza correre il rischio di essere banali. La canzone è anche il pezzo portante di “Ambo”, commedia con Serena Autieri e Adriano Giannini che uscirà il prossimo 4 dicembre. Il motivo per cui abbiamo deciso di dedicare ai due attori la nostra foto-copertina: il brano di Noemi riesce alla perfezione a disegnare la storia d’amore tormentata, nucleo centrale della pellicola…
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Non sono solo parole (sono molto di più)
“Se tu fossi qui non è colpa tua, ma saremmo separati dal silenzio“. Eccone un’altra, perché passando dalla canzone al video – spesso – tendiamo a dimenticarci del testo. Le parole non sono solo parole, sono le colonne portanti della forma-canzone all’italiana. Noemi lo sa, si vede da come le scandisce, da come cura la dizione, da come comunica il senso di quel che canta.
“Se tu fossi qui” è tra le tracce più belle del suo nuovo album, “Made in London”, un pieno orchestrale meravigliosamente arrangiato (a cura del produttore di Laura Mvula, Steve Brown), dove si scavalca il più classico schema strofa-ritornello, dando spazio a cori e inserti di assoluto valore. Una canzone moderna, sì, ma con echi degli anni ’50 e ’60, avvolta da una dimensione sonora (quasi) alla Morricone: questo confluisce sullo schermo, ha il volto di Adriano, Serena e Veronica. I paesaggi abruzzesi sono quanto di meglio si potesse scegliere per un incanto del genere.
(screenshot by YouTube)
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