Emanuela Palmer #notedinuma: “Giudicare gli artisti senza condizionamenti esterni…”

Artisti e addetti ai lavori, molto più in italia che all’estero, vivono con una spiccata fobia del prodotto o dell’immagine che può sembrare “vecchia”. Quasi un’ossessione. Invece di preoccuparsi solo di cosa è autentico e professionale e cosa no. In questo scenario davvero poco edificante per la musica. l’unica cosa potenzialmente bella potrebbe essere il pubblico come unico giudice finale: questo, potenzialmente parlando, dovrebbe decidere cosa ascoltare, comprare e quale artista amare. I consumatori di musica sono spesso più competenti di alcuni “addetti ai lavori”, ma a volte fanno inutili investimenti discografici. Uno dei motivi principali per cui il vincitore di Sanremo viene ignorato e a lui preferito (con tanto di acquisto del disco) il brano dell’ultimo classificato. Negli stessi Talent Show vince un concorrente che dopo qualche anno scompare dalla scena, regalandola involontariamente al cantante ‘uscito’ tre puntate prima…

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Pubblico condizionato dai media

Il pubblico potrebbe davvero essere sovrano se non avesse – purtroppo – il grande problema del bombardamento mediatico: il guaio è che troppo spesso siamo costretti a sentire, vedere e, quindi (subdolamente) scegliere solo ciò che decidono radio e case discografiche. I media hanno il potere di propinarci dalla mattina alla sera scelte operate da poche persone di potere e noi – per saturazione – scegliamo da quella relativamente stretta rosa di proposte. Dietro c’è solo un grande giro di denaro, poche scelte artistiche ‘sincere’ e solo una gigantesca strategia di marketing. E così tantissimi artisti non riescono a farsi conoscere e quindi a farsi apprezzare. C’è davvero disparità e ingiustizia per alcuni di loro. Triste dal punto di vista umano e professionale.

Cosa fare?

Consiglio a tutti i giovani di guardare con attenzione e fare ricerche musicali in maniera indipendente, anche se questo possa richiedere un po’ di tempo in più e parecchia iniziativa personale. Anche perché un bravo artista sconosciuto e con pochi mezzi economici a disposizione non comparirà sulle pagine visibili e più costose di iTunes o Google. Siamo noi che dobbiamo dare di più un occhiata a cosa c’è sui social e sui blog: insomma, tocca rieducarsi ad esprimere il proprio giudizio, senza tutto questo mare di condizionamenti.

(foto by velvet music)