99 Posse, niente concerto a Verona. Tosi: “Non polemizzo con chi usava eroina”

Un vecchio detto, caro e comune a tutti, dice che è sempre e comunque un errore cedere ai ricatti morali del popolo. E’ già accaduto, e anche in tempi recenti, nel corso di manifestazioni sportive, continua ad essere un piccolo grande cancro della musica dal vivo e dell’intrattenimento in genere. E’ noto, nei prossimi giorni, a Verona, l’Vrban Festival, evento che ha generato numerose polemiche a causa dell’annullamento ‘coatto’ del concerto dei 99 Posse.

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La giunta comunale veronese ha ritirato la propria sponsorizzazione, in seguito gli stessi organizzatori hanno ricevuto intimidazioni da parte di militanti dell’estrema destra. Per scongiurare avvenimenti imprevisti e fenomeni di violenza collettiva, il Festival ha ceduto ai ricatti di cui sopra, optando per l’annullamento della serata. Reazioni, opposte e di opposte tenore, quelle del sindaco della città scaligera Flavio Tosi (più sotto il video) e della formazione campana, che ha dato sfogo su Facebook alla propria disapprovazione (e amarezza).

Parla Flavio Tosi

Il sindaco leghista, in seguito alla cancellazione del concerto dei 99 Posse, ha tentato di smorzare le polemiche (seppur con attacchi e riferimenti velati), replicando così al post polemico della band napoletana (“A Verona non puoi suonare se sei comunista e napoletano”, ndr.). Tosi ha dichiarato: “Non mi metto a polemizzare con chi ha detto che usava abitualmente crack ed eroina, ma come sindaco io avevo invitato gli organizzatori a mantenere l’evento. Perché anche se non condivido nulla di quello che dicono i 99 Posse, è giusto che possano esprimersi…“.

99 Posse, sfogo sui social

La bomba che ha scatenato la tenue e abbottonata reazione del sindaco di Verona, porta la firma in calce di Zulù (Luca Persico) e dei suoi 99 Posse. Non è un messaggio, ma un’arringa, una presa di posizione dura, precisa e argomentata: “Non sapevamo che Verona non fosse più in Italia. Non sapevamo che, in quella città, le organizzazioni neofasciste potessero ottenere l’annullamento di un concerto regolarmente contrattualizzato, perché la band che avrebbe dovuto esibirsi è dichiaratamente antifascista. Noi, illusi, eravamo rimasti alla Costituzione della Repubblica Italiana… “. (…) I 99 argomentano, sempre dotati di buona memoria storica (“non deve stupire se a Verona il Comune concede gratuitamente l’Arena per far esibire due gruppi dichiaratamente neonazisti come Sumbu Brothers e 1903“), e si pongono una domanda che, a oggi, è quella che si pongono in tanti, ovvero: “E’ solo una questione politica o c’è dell’altro? Recentemente si sono esibiti a Verona senza problemi gruppi e artisti forse meno espliciti, ma sicuramente inquadrabili a sinistra, cosa rende la 99 Posse diversa da loro?“. (…).