Su Facebook, alcuni giorni fa, ha scritto una cosa solo apparentemente scontata: “Abbiamo il dovere di stare vicini, uniti, di ridere e lottare.”. Con quel punto finale che sa di fermezza e decisione. Ilaria Porceddu è un’artista pura, vera, sincera. Perché ama mettersi in discussione, scavando – naturalmente – nel pozzo dell’originalità. Anche altrui. Di qui la nostra esigenza di raccontare “Cazz Boh”, nuovo video dei Nasodoble di Alessandro Carta (alias Nicola Di Banari), un brano abilmente giocato sul rapporto tra ironia e politica, tra mafia (nella sua accezione più estesa) e disagio sociale. Con lo sfondo di una Sardegna ‘anno zero’. Nella clip, oltre la Porceddu, ecco il rocker Joe Perrino, Beppe Dettori dei Tazenda e il chitarrista Francesco Piu.
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Per la Sardegna, per l’Italia
Chi non dimentica le proprie origini, anzi, le assapora di continuo per trovarci un gusto diverso, è in grado davvero di fare dei passi avanti. “Cazz Boh” è anche questo, è l’universo sardo, è una storia italiana. Le parole di Ilaria Porceddu: “Ho conosciuto Alessandro Carta (Nicola Di Banari, ndr.) e i suoi Nasodoble, insieme a Simone Maulu e Beppe Dettori, un anno fa durante la presentazione di “In Equilibrio” a Sassari. (…) La prima volta che sentii ‘Cazz Boh’ saltai dalla sedia, chiamai Ale e Simo e dissi: ‘Cazz dobbiamo farla SubitoSubitoSubito! Ora!!!’. Un progetto che parla di noi, dei sardi, della nostra terra e alla fine di tutto della dignità che nessuno potrà mai toglierci“.
Un tormentone impegnato
No, non è un tormentone. Almeno non nel senso che s’intende oggi. E’ qualcosa di più, qualcosa di diverso: “Cazz Boh” mette insieme genio, ironia, garbo, denuncia, attualità. Sta dalla parte del ‘popolo’, ma non ha la puzza sotto il naso. Un videoclip che piace subito, anche perché girato con la tecnica del virato bianco/nero, con isolamento del colore sui singoli oggetti: emergono, ad esempio, gli occhiali del cantante o la bocca rossa della stessa Porceddu…
Il cantante di “Cazz Boh”, l’ideatore di tutto il progetto, è Alessandro Carta (Nicola Di Banari, ndr.) che ci tiene a sottolineare: “Cazz Boh ha potuto crescere ed essere efficace grazie all’idea del collettivo di lavoro. Grazie all’adesione spontanea degli artisti-ospiti e alla collaborazione della squadra tecnica. E’ un progetto corale e la sua stessa coralità è stata colta (e fatta propria) dal pubblico in modo inequivocabile…“.
(screenshot by YouTube)
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