Vasco Rossi gioca a Black Jack e vince ancora una volta, con punteggio record. Non è una partita a carte, non c’è un casinò, ma a San Siro si fa casino: il Komandante è pronto a fare ventuno. Ventuno volte. Per il Live Kom 014 di Milano, infatti, il rocker di Zocca riesce nell’impresa di sfondare il muro dei venti show. La memoria riporta subito ai quattro concerti del 2011, quattro notti di sofferenza per la rottura di una costola e per quel dannato streptococco aureo che gli sarebbe stato diagnosticato solo dopo qualche tempo. Ora il Blasco è rigenerato, torna in trionfo e lontane sembrano le dimissioni da rockstar. Dopotutto, senza fare paragoni, anche Mick Jagger e Bruce Springsteen non sono proprio ‘di primo pelo’, eppure continuano a tenere benissimo il palco, lucidi dentro e fuori. Dopo le tre serate romane (GUARDA QUI IL VIDEO), anche sotto la Madonnina è pandemonio: a dare man forte sul palco c’è quella che lui stesso ha definito “band migliore del mondo” (LEGGI QUI), sugli spalti e sul prato quasi 60.000 persone a cantare con lui, a saltare, ballare, emozionarsi. Come ieri, più di ieri. E, ancora oggi, è proprio un bel vivere…
Live KOM 014 @ San Siro: nel 2015 cinque date
Come Roma, anche Milano regala una setlist ottimamente assortita. Da “…Muoviti!”, a “Qui si fa la storia”, da “La fine del millennio” all’acclamata “Sballi ravvicinati del terzo tipo”. Stef Burns ci mette del suo con pregevoli assoli di chitarra, la sezione ritmica è di alto profilo (Golinelli al basso e Hunt alla batteria), Vasco Rossi è in piena forma, sembra quasi rinato se paragonato a qualche tempo fa. Alzi la mano chi avrebbe scommesso su un recupero così rapido e convincente. E già si pensa al futuro, a un nuovo record, altro che Black Jack e Ventuno. “La prossima volta – annuncia Roberto De Luca, presidente di Live Nation Italia, la società che organizza gli eventi – di concerti ne facciamo cinque“.
I fan saranno felicissimi di questa ipotesi-progetto: dal pomeriggio restano in fila fuori San Siro, in attesa dell’apertura dei cancelli, chi prima entra meglio alloggia. Infatti tutti (o quasi) i settori sono stracolmi, escludendo quel “buco” di garanzia per salvaguardare l’incolumità della folla.
San Siro come lo Stadio Olimpico. Domina la scenografia con caratteristica passerella a “V” (Vasco la percorre avanti e indietro un’infinità di volte, la preparazione atletica è stata utilissima), impreziosita da giochi di luci led e laser. Sull’enorme palcoscenico la sua band rinnovata e – come ampiamente detto su Velvet nei giorni scorsi – parecchio ispirata. Tutti: Stef Burns, Claudio Golinelli, Vince Pastano, Will Hunt, Alberto Rocchetti, Frank Nemola, Andrea Innesto, Clara Moroni.
Tornando alla scaletta, anche questa volta appare strepitoso il medley rock che Vasco propone al pubblico milanese: in rapida successione “Cosa vuoi da me”, “Gioca con me”, “Delusa”, “Mi si escludeva” e “Asilo republic”. I grandi classici non mancano, ovvio: “Stupendo” e “Liberi liberi”, “Sally”, “Siamo solo noi”, “Vita spericolata” e “Albachiara”. A questo punto dal prato si alzano tanti cartelli con la scritta “Grazie” e lui, il Komandante, risponde così: “Grazie a voi! La rivoluzione siete voi!“. Fuochi d’artificio, finisce in gloria. Anzi, non finisce proprio niente.
(foto by facebook)
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