Vengono i brividi. No, non sono espressioni al miele tirate fuori per l’occasione, è la verità. E’ la realtà. Fa piacere che la bella musica italiana faccia furore anche al di là dei propri confini. Zucchero conquista New York, come da programma. Brividi nel rivedere il volto (e la voce) di Luciano Pavarotti, per una “Miserere” d’annata (e da applausi, ancora oggi). Quando la musica leggera incontrava la lirica, bel tempo. Concertone doveva essere e concertone è stato: Sting, italiano d’adozione, brilla come agli esordi da solista, Fiorella Mannoia dona cuore ed eleganza ad una serata da ricordare. Jovanotti lì è di casa e si becca applausi fragorosi, forse più di quelli riservati a Fornaciari, Elisa duetta col protagonista su una perla da lui scritta oltre dieci anni fa. Quando Sanremo era ancora Sanremo…
Applausi a scena aperta per Zucchero al Madison Square Garden per la tappa di “Americana tour”. Sul palcoscenico tanti (e graditi) ospiti: da Sting a Chris Botti, da Elisa a Fiorella Mannoia, fino allo scatenato Lorenzo Jovanotti. Ci auguriamo che questo concerto-evento possa presto divenire un cd-dvd live: è stato un iradiddio, circa tre ore con Fornaciari a interpretare, da solo o in compagnia, oltre 30 pezzi, compresi tutti i suoi grandi successi, da “Diamante” a “Diavolo in me”, da “Vedo nero” a “Per colpa di chi” (il gran finale).
Zucchero in salsa americana. Il Madison Square Garden ringrazia: duetti emozionanti come “Guantanamera”, brano della rivoluzione cubana, insieme con la luminosa roscia Fiorella Mannoia. Con Sting ecco “Every Breath you Take” e “Muoio per te”, prima ancora Elisa (“Blue” e “Luce”) e “Baila Morena” con Fernando Fher Olvera, leader della band messicana dei Manà. Poi arriva il ciclone di Cortona: Jovanotti occupa il palco di New York, interpreta “Il Mare” e rientra alla grande nel finale sullo scatenato e coinvolgente ritmo di “Good Times”. Il primo rapper italiano, così lo aveva definito tempo fa la BBC: Lorenzo versione stelle e strisce non delude, rappa e fa impazzire il pubblico. E poi, c’è “una luce, una speranza“, quella del Maestro Pavarotti: chiudiamo così, nel segno della grande musica italiana.
(foto LaPresse)
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