Se chiude un cinema a due isolati da quello di tua proprietà, al posto delle pupille compaiono gettoni d’oro, perché pensi subito a quanto potrai ‘lucrare’ sulla cosa. Ma il caso specifico è ben diverso, è più forma che sostanza, è più storia che notizia. L’Editrice Quadratum non ha rinnovato la licenza per Rolling Stone Italia: risultato, metà del personale impiegato nell’azienda rischia il posto. Uno stato di crisi che coinvolge giornalisti e grafici editoriali: così, una gloriosa rivista musicale (e non solo) si ferma, chiude. Almeno per adesso: il sito va in stand-by, il cartaceo riprenderà solo dopo l’estate. E non è neppure una certezza.
Mancato rinnovo della licenza: il disappunto dei lavoratori
Rolling Stone Italia blocca le pubblicazioni, dunque. Sito in stand-by e rivista in pausa sino a settembre. Un comunicato sindacale che mette tristezza, soprattutto che fa riflettere. “I lavoratori di Editrice Quadratum (giornalisti e grafici editoriali) contestano in modo netto il documento dell’azienda, stigmatizzando il comportamento presuntuoso e incapace nella gestione del delicato (mancato) rinnovo della licenza di RS da parte dell’Editore Lapo Niccolini e dell’Ad Giancarlo Ferreri. Un comportamento, dunque, palesemente irresponsabile che non ha tenuto conto dei lavoratori, e che oggi fa ricadere proprio sulle loro teste scelte imprenditoriali sbagliate che si protraggono ormai da troppo tempo“.
Un pezzo di storia musicale
La musica non gira più, verrebbe da dire. Perché se la crisi investe anche il nostro settore, quello del giornalismo e dell’approfondimento musicale, allora vuol dire che qualcosa si è inceppato, che il meccanismo va rivisto. Rolling Stone ha fatto la storia della musica scritta, è un esempio per chi, come noi, si è affacciato da un anno e mezzo a questo universo. Solidarietà, tanta, ai colleghi, a chi lavora ogni giorno con serietà e competenza.
Nelle ultime parole del comunicato regna il sospetto, la paura che la parola fine sia davvero vicina: “Le rappresentanze sindacali e l’assemblea dei lavoratori si domandano quali siano le reali intenzioni dell’azienda: forse prepararsi a dismettere anche le ultime testate rimaste? Cdr e RSU, in attesa del confronto sindacale ai rispettivi tavoli nazionali, hanno proclamato lo stato di agitazione con azioni che verranno decise e comunicate a tempo debito“.
(foto by facebook)
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