Come volevasi dimostrare. Come lo scorso anno. Il Sanremo di Fabio Fazio va a diesel, necessita di qualche ora prima di carburare, è una macchina da sistemare durante il percorso. La seconda serata ri-dona spazio alla musica e al ritmo. Rispetto a martedì, la qualità dei pezzi in gara è superiore, Grillo pensa a Renzi e nessuno minaccia tuffi dalla galleria. E’ un varietà di canzoni, dove forte è l’abilità di strizzare l’occhio alla bellezza del passato: dalle gemelle Kessler (cantano e ballano come due ragazzine, nonostante abiti discutibili) e l’immensa Franca Valeri che, anche stesse in silenzio, riscuoterebbe applausi scroscianti. Tra i Big si fanno piacere le interpretazioni di Renzo Rubino, Ron e Noemi, con il giovane artista pugliese acclamato dal pubblico dell’Ariston. Sono Zibba e Diodato, invece, le Nuove Proposte che accedono alla finale di venerdì (eliminati Bianca e Filippo Graziani).
Rufus Wainwright è il pregevole ospite internazionale della serata (ma stiamo attenti a pronunciare la parola ‘fenomeno’), anche se l’attesa – in sala, a casa e sui social – era tutta per lui: Claudio Baglioni incanta il teatro, esegue un medley intelligente (suonando tanti strumenti, proprio come nel suo recital “Dieci Dita”), e insegna ai talenti di oggi come costruire a soli 20 anni capolavori di armonia (v. “Questo piccolo grande amore”).
I Big in gara
Francesco Renga (“Vivendo adesso”), Giuliano Palma (“Così lontano”), Noemi (“Bagnati dal sole”), Renzo Rubino (“Ora”), Ron (“Sing in the rain”), Riccardo Sinigallia (“Prima di andare via”) e Francesco Sarcina (“Nel tuo sorriso”). I magnifici sette della seconda puntata del Sanremo 2014: come detto in apertura, sale la qualità delle canzoni in gara, spiace per l’eliminazione del brano “Un abbraccio unico”, struggente interpretazione di Ron che ricorda le atmosfere di “Henna” (Lucio Dalla, ndr.).
La bellezza (della musica)
La bellezza del varietà è consegnata alla gemelle Kessler e a Franca Valeri, che regala un momento di spettacolo in un quasi-duetto con Luciana Littizzetto, mentre la bellezza giunonica di Laetitia Casta passa il testimone a quella della pallavolista Veronica Angeloni (i fotografi non lesinano i clic). Ma torniamo alla musica, partendo dai giovani: confinati in un orario ‘da lupi’, hanno grosse difficoltà a farsi ascoltare (e bene) da tutti. Vanno avanti i pezzi più belli, Diodato e Zibba hanno davanti un grande futuro cantautorale: bella prova, coraggiosa e convincente, soprattutto non pagano lo scotto di essere stati preceduti da Rufus Wainwright e Claudio Baglioni.
Baglioni, sì: quello che accende la luce, che va in tendenza su Twitter, cha canta e fa cantare brani indimenticabili, pietre dure che si conservano nella memoria. Quello che lancia un messaggio, sasso che increspa l’acqua: “In futuro Sanremo dovrebbe dare molto più spazio alla musica, a tutte le musiche, perché del resto si parla tutto l’anno”. Strada facendo, vedremo.
(FotoLaPresse)
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