Sanremo 2014, ci siamo. Poche ore ci separano dall’inaugurazione del Festival, edizione numero 64. Tutto sommato, anni ben portati. Sul palcoscenico del Teatro Ariston, storicamente, tocca stare attenti al trattamento di temi delicati, come la religione, l’omosessualità e la politica. Quest’ultima potrebbe essere pane di Beppe Grillo, che ‘minaccia’ incursioni in terra di Fabio Fazio, mentre le prime due paiono essere appannaggio di Rufus Wainwright, ospite nella serata di mercoledì 19 febbraio, quando la platea potrà applaudire anche artisti come Claudio Baglioni e Claudio Santamaria. Per fare polemica su Rufus, si torna a un brano del 2004. Un po’ lontano come riferimento. (…)
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“Gay Messiah”
Libertà di parola, di espressione. Almeno attraverso una canzone, forma d’arte povera, capace di arrivare in (a) tutto il mondo. Rufus Wainwright sarà l’ospite ‘chiacchierato’ della seconda serata del Sanremo 2014, quella di domani, mercoledì 19 febbraio. Proprio ieri, in sede di conferenza stampa, il direttore Giancarlo leone ha letto un comunicato del consigliere Rai Antonio Verro, decisamente contro la partecipazione dell’artista canadese. “Non si comprende perché il palco del Festival di Sanremo debba offrire visibilità ad un artista, come Rufus Wainwright, esclusivamente noto per i toni blasfemi delle sue canzoni. Una televisione di servizio pubblico non dovrebbe puntare su questo tipo di personaggi e polemiche per inseguire maggiori ascolti: altrimenti dove è la differenza con le tv commerciali? (…)“. Il brano incriminato è, nello specifico, “Gay Messiah”, ascoltiamola:
Una canzone contenuta nell’album “Want Two” del 2004. A cantare, come detto, è Rufus Wainwright, ospite internazionale a Sanremo 2014. Ma di cosa stiamo parlando? Proviamo a tradurre il testo: “Lui vivrà e poi nascerà da un film porno degli Anni 70, vestendo calzettoni di spugna con stile e con un sorriso innocente. Fareste meglio a pregare per i vostri peccati, perché il Messia gay sta arrivando […] No, non sarò io, Rufus il battista. No, non sarò l’unico, battezzato nello sperma. Se invece dovesse succedere che qualcuno chiederà la mia testa, allora io mi piegherò sulle ginocchia e gliela offrirò a testa bassa…“.
Non entriamo nel merito. Di fondo, l’idea di una convinta lotta per i diritti omosessuali con lo stesso potere di un Dio sceso in terra. Domani sera, al Festival di Sanremo, Rufus Wainwright canterà una cover di “Across the Universe” dei Beatles e la sua “Cigarettes and Chocolate Milk”. Blasfemia? Religione? Mondo Gay? No, è il 2014, è il Festival. Il 2004 è lontano.
(foto LaPresse)
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