Dopo l’anteprima ufficiale di dicembre 2013, è pronto a prendere il via nuovo “Il rovo e la rosa – Concerto Tour 2014” di Angelo Branduardi. Il cantautore, chioma meno folta rispetto agli anni del grande successo, non nasconde una certa amarezza nei confronti della musica, anche se la sua è una riflessione molto più ampia, che affonda le sue radici sino al 1800: “La crisi della musica occidentale comincia a metà del 1800, è stato sufficiente un indefinibile accordo di Richard Wagner nel suo Tristano per segnare un cambio di rotta” (…). Poi Branduardi ricorda l’amico De Andrè, loda Matteo Renzi e ammette: “Se oggi avessi una bacchetta magica la userei per dirigere ‘Il Tristano’ di Wagner, la cosa più bella che sia mai stata fatta…“.
“Renzi può rappresentare il cambiamento“
Preferisce riferirsi al passato per creare futuro. Ammette che la musica tonale sia scomparsa a metà del 1800 con Wagner, si schiera contro Giuseppe Verdi, ricorda l’amico Fabrizio De Andrè (“ci siamo frequentati sino alla fine“) e loda Matteo Renzi (“E’ giovane, non giovanilista, e può rappresentare un bisturi per l’Italia“). Con la sua consueta smorfia fa alla musica una dichiarazione di amore e riconoscenza: “Se non avessi fatto il musicista, sarei diventato un barbone“.
Adesso il tour
Da poco uscito l’ultimo album di Angelo Branduardi (“Il rovo e la rosa – Ballate d’amore e di morte”), lui adesso non vede l’ora di tornare sul palcoscenico: il suo gusto musicale pop si sposa ancora con la ricerca, con uno sguardo (e un orecchio) al passato, alle ballad del periodo elisabettiano. Unendo la tradizione più antica con le sonorità moderne, Branduardi ha dato vita a un disco estremamente profondo, pensando una tournée europea – inizialmente – e poi tutta italiana: si esibirà l’8 febbraio a Milano (Teatro Nazionale), il 22 febbraio a Savona (Teatro Chiabrera), il 6 marzo a Belluno (Teatro Comunale), il 15 marzo a Bassano del Grappa (Teatro Jacopo Da Ponte), il 29 marzo a Roma (Auditorium Conciliazione).
(foto by kikapress.com)