Tra una settimana sarà tutto finito. Ogni storia che volge al termine porta con sé un po’ di malinconia. Io Canto 4 è un programma fatto bene, non scimmiotta i varietà d’antan, comunica – attraverso la musica – il linguaggio dei bambini. Lo fa in maniera semplice, col sorriso e con la competenza dei protagonisti. Non si inventano polemiche, il pathos è messo da parte, a vantaggio delle esibizioni e degli ospiti. La semifinale regala la vittoria a Claudio Cecchetto che “mette al tappeto” Flavia Cercato e raggiunge in finale la nemica Mara Maionchi. Lode al merito per Antonella Lo Coco, perfetta nel suo personale omaggio a Lou Reed: l’8 novembre uscirà il suo nuovo EP, felici per lei, merita tanto.
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Le esibizioni
Tante le performance degne di nota nella semifinale di “Io Canto 4”. La piccola Sveva fa apprezzare, una volta di più, Mina e le sue “Mille bolle blu”: la Tigre di Cremona era avanti, nulla da dire. Interessante il soul-funky che Walter Coppola dona alla celentaniana “Una carezza in un pugno”, pregevole la “solita” Marica Salinas che accompagna Kekko e i Modà nella sanremese “Arriverà”. Al termine dell’esibizione il leader della band milanese si complimenta: “Brava, quasi come Emma, mi hai fatto rivivere le emozioni del Festival“.
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Duetti e lacrime
Quest’anno Io canto ha percorso degnamente la strada dell’autorialità: noti e meno noti hanno prestato la loro penna ai piccoli interpreti di Canale 5, tra loro anche l’ottimo Bungaro. Inutile nasconderlo: con l’inedito l’entusiasmo della platea non è al top, tuttavia – reprise che fa “imbestialire Flavia Cercato” – l’idea di riproporre il brano strappa-lacrime “Ciao, ma’” emoziona tutti, in sala e a casa. Il ripiegamento, la nostalgia, le cose semplici, gli affetti grandi. Miriam Di Pisa e Marco Muraro perfetti insieme, eredi di Baldi e Francesca Alotta in un Sanremo di 20 anni fa…
Ospiti
La vittoria va a Claudio Cecchetto e questo dato, visti i talenti della sua squadra, sembra conclusione più che giusta. Un plauso va certamente ad alcuni di questi giovanissimi talenti (3 o 4 davvero interessanti), un altro va agli ospiti (Lo Coco, Serena Autieri e Alessandro Casillo in ottima forma), ma quel che piace – alla fine di tutto – è la riuscitissima idea di far diventare il musical il cuore del progetto. Capisquadra, ragazzini e guest cantano e ballano perfettamente coordinati: non ci sono sbavature, tutti si divertono e il pubblico mostra di apprezzare. L’attesa per la finale c’è: non siamo al Teatro Ariston, non ci sono Mika e la Ventura, ma a volte la semplicità sa emozionare.
(foto by Twitter)
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