Il ricordo di Fiorello, ma non solo. Anche Claudio Coccoluto, Max Locafaro, Albertino. Sono tanti i dj che hanno deciso nel tardo pomeriggio di ieri, di ricordare Marco Trani, noto disc jockey romano, mancato all’età di 53 anni, a causa di un ictus. Sin dalla fine degli anni ’70 aveva fatto ballare l’Italia, a cominciare dalle esperienze al Pascià di Riccione. Una gravissima emorragia celebrale, poi il ricovero, poi la triste fine. Non solo dj, Trani aveva anche lavorato come produttore accanto a numeri uno come Renato Zero, Jovanotti, Talk Talk, Amii Stewart e tanti altri.
Il ricordo sui social
Appreso l’annuncio della morte del disc jockey, molti suoi colleghi hanno inviato i loro messaggi di cordoglio, tramite social network. Claudio Coccoluto ha scritto: “Ha fatto girare il mondo a 33 giri e ho imparato tutto da te“; a ruota, Albertino: “Non ci credo. Marco Trani è stato una leggenda“. Rosario Fiorello: “Qualcuno di voi conosceva Marco Trani? Mitico disc jockey! Isteria di Roma Pascià di Riccione, una sua ‘cassetta’ valeva oro! Ciao amico. Spero che venga ricordato come merita .. W Marco Trani.. Quanto ci hai fatto ballare!!“. Anche Max Locafaro, dj con un passato lavorativo al fianco di Fiorello stesso durante i primissimi anni di Viva Radio 2, ricorda Marco Trani sul suo profilo Facebook: “Se in alcuni sport come, ad esempio, motociclismo ed automobilismo si usava dire ‘la macchina migliore al pilota migliore’, nel patinato mondo della notte valeva il detto ‘la discoteca migliore al dee-jay più talentuoso’…“.
Da Riccione al resto d’Europa
Anche un libro nella carriera “by night” di Marco Trani. Nel 2010, insieme con Corrado Rizza, l’artista romano ha firmato ‘I Love The Nightlife’, 350 pagine che raccontano la loro vita di disc-jockey (all’interno 700 foto inedite). E, poi, tanta musica, tanti giri, tanti locali, in Italia e in Europa, dall’Isteria di Roma al mitico Pascià di Riccione: è lì che si guadagnò l’appellativo di dj più talentuoso degli anni ’80. Sul finire di quella decade Marco si lasciò catturare dall’avvento delle nuove tecnologie (campionatori, quattro turntables con cui giocare, sound system) e tutto questo lo portò progressivamente a ‘visitare’ i migliori clubs europei (dal Ministry of Sound, London al Fabric, Paris, da Amnesia Ibiza a Penelope, Alicante sino al Titos di Palma de Mallorca.
(foto by facebook)
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