Una foto del 1973: lui, George, è il secondo in alto, da destra. L’unico musicista di colore della band. Era un virtuoso, un pioniere: George Duke, uno dei nomi più importanti del jazz fusion, è morto ieri all’età di 67 anni. La causa del decesso non è stata ancora rivelata, ma la scomparsa di sua moglie, lo scorso anno, aveva causato un dolore difficilmente sanabile, con un conseguente periodo di grande difficoltà. In 40 anni di carriera è riuscito a spaziare tra jazz e funk, collaborando con Frank Zappa, Michael Jackson e Miles Davis. Recentemente, Kanye West e i Daft Punk hanno usato dei sample delle sue canzoni…
Musicista jazz, purissimo, il tastierista americano conservava uno stile unico, fortemente influenzato dal funk, con un percorso determinante per la fusione del jazz con rock e pop.
Da Sonny Rollins a Jean-Luc Ponty
Facile legare il suo nome a quello di Frank Zappa, il sommo Frank, ma ne parleremo tra poco. Partiamo da un po’ più lontano, dai primi anni ’60, quando George formò un quartetto storico: impossibile dimenticare eccelsi musicisti come il leggendario Sonny Rollins e Dexter Gordon. Il fenomeno del jazz fusion lo vide protagonista assoluto proprio sul finire del decennio, quando avviò una fortunata collaborazione con il violinista francese Jean-Luc Ponty.
George Duke, un genio, un pazzo un re. Imperatore della tastiera, consegnato alla storia (anche) per aver fatto parte della band di Frank Zappa: un tour entusiasmante, tra il 1969 e il 1975. Zappa, Mothers of Invention, per una carriera solo apparentemente oscura: poi riascolti quel sound inconfondibile e ti lasci trascinare anche solo dall’espressione del suo viso, da vero innamorato. Proprio come Ray Manzarek per i Doors: una tastiera che sapeva vivere, dare un segnale, un battito d’ali. Era così che faceva volare il suo amore per la musica.
Non solo Zappa
Gli anni ’60 rappresentarono un periodo di grande creatività: epoca ed epopea in cui si formavano veri musicisti tout court, coloro capaci di meravigliare per la loro dedizione, per quel talento innato prestato al palcoscenico. Artisti di spessore al fianco di George Duke (oltre a Jean-Luc Ponty, anche Cannonball Adderley), in un arricchimento reciproco, prima di unirsi al mito Frank Zappa per una serie avventure speciali, irripetibili.
“Brazilian Love Affair”
Nel titolo un piccolo capolavoro, esempio di elevata raffinatezza. Duke, che lascia due figli, Rasheed e Giovanni, non era solo un gigantesco sideman, ma anche un artista straordinariamente prolifico: più di 30 album da solista, discografico, produttore illuminato fino a pochi anni fa. Amato anche dalle nuove generazioni: il duo francese Daft Punk ha usato un sample tratto dal brano “I Love You More” per Digital Love, all’interno dell’album “Discovery”.
Dite jazz fusion, pensate a Mr. George Duke.
(foto by facebook)
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